Il peggio è alle spalle. Si è temuto che la situazione potesse nuovamente precipitare, soprattutto in Veneto. Il diluvio di ieri ha resuscitato il spettro alluvione, ma fortunatamente non è accaduto nulla di irreparabile. I danni non son mancati, è vero, ma nulla a confronto con quel che successe alcuni mesi fa.
Ora si profila una tregua. Al di là delle Alpi si sta creando una cintura anticiclonica, la cui genesi è identificabile con l’unione tra l’Alta Pressione delle Azzorre e l’Anticiclone scandinavo. A sud, nel Mediterraneo, permane una circolazione instabile e sarà responsabile di quegli acquazzoni pomeridiani – anche a carattere temporalesco – tipici del periodo.
Instabilità che si manifesterà soprattutto al Centro Sud e nelle Isole, coinvolgendo maggiormente le aree interne e in prossimità dei rilievi. Al Nord, invece, per qualche giorno si osserveranno ampi spazi di sole ma avverrà un cambio circolatorio che porterà – gradualmente – aria più fredda dai quadranti orientali.
I venti si disporranno prima da Nord, poi da NE e infine da Est. Venti provenienti dall’Europa orientale, che condurranno aria abbastanza fredda associata in seguito ad alcuni vortici instabili.
La diminuzione termica comincerà domenica e proseguirà nei primi giorni settimanali. Si propagherà alle restanti regioni, ma al Sud e in Sicilia sarà meno percepibile.
Oltre al freddo, soprattutto di notte, giungeranno delle nubi. Nubi che potrebbero favorire qualche precipitazione prima nelle regioni del Triveneto e poi al Nordovest. Considerando i valori termici, assumeranno carattere nevoso sino a bassa quota.
Quota che scenderà anche nell’Appennino centro settentrionale, attestandosi sugli 800-1000 m. Nei rilievi del Sud Italia potrebbero verificarsi delle spruzzate di neve oltre i 1200/1400 m.
Considerando la circolazione dei venti, la maggiore fenomenologia interesserà i versanti adriatici e il Sud Italia. Insomma, una sorta di rigurgito invernale proprio quando si credeva che la Prima avesse prese il sopravvento.