…Poi il determinismo ci ha letteralmente schiaffeggiati, ponendoci di fronte e dinamiche evolutive che, per la deterministica da noi pensata (cfr. a cavallo della metà del mese), avevano cancellato tale possibilità nei tempi pronosticati.
Ma le leggi temodinamiche, esistono e di certo assai più precise del “caos” atmosferico!
E dunque oggi i modelli stanno ponendo in essere tale possibile avvento “gelido” per la parte conclusiva del mese (terza decade); diciamo subito che, alla vista dei diagrammi termici est europei, tale “terremoto” è sempre stato presente, con qualche passaggio temporaneo e saltuario più “piatto”;
detto questo, oggi la situazione sembra farsi più “limpida” e meno offuscata: i diagrammi est europei a partire dal 18/20 del mese, evidenziano un crollo della “media” e con molti clusters addirittura “incredibili” (fino a oltre -30°C ad 850 hPa!!) ed il modello di Reading in effetti comincia ad inquadrare gli steps di tale possibile evoluzione.
Come da leggi termodinamiche infatti, tale “muro” al momento dinamico sul comparto russo europeo, appare chiaro che non verrà abbattuto da un ritrovato vortice islandese “figlio” del vortice polare canadese-groenlandese: esso anzi in questa vera e propria “battaglia”, tenderà a dissipare moltissima energia.
Di contro il blocco continentale resterà immobile in territorio russo ed anzi andrà prendendo sempre più forza nonché a subire un progressivo processo di “termicizzazione”, ponendo dei massimi pressori fino a 1055 hpa.
A questi due fattori, giocoforza si andrà ad aggiungersi una “nuova vita” dell’anticiclone oceanico che, con la progressiva perdita di potenza del vortice islandese ed il progressivo spostamento verso NW dei minimi del vortice canadese-groenlandese, comincerà di nuovo a ripercorrere “strade nordiche”: il tutto in progressione potrebbe preludere ad un possente blocco bi-cellulare (o euro atlantico) fra l’anticlone oceanico e l’anticiclone russo, e questo eventuale connubio comincerà a disegnare il percorso “gelido” verso l’Europa centro meridionale e mediterranea.
L’Atlantico nulla può e nulla potrà contro tale probabile linea evolutiva, se non interferire con blande infiltrazioni “basse”.
Il tutto dunque in base all’ineluttabilità delle leggi termodinamiche che vogliono che solo aria molto fredda possa erodere e fiaccare i fianchi di un possente anticiclone dinamico, e quelle “perle artiche” di cui avevamo a suo tempo parlato, sembra proprio che tale “compito” porteranno ad esecuzione…seppur con tempi più lunghi.
ha collaborato Marco Piscicelli