Già nei giorni a cavallo tra il Natale e il Capodanno, l’aria festiva accompagnava un’attesa spasmodica di vedere la neve. Qualcosa di speciale era nell’aria, questa la sensazione personale che potevo percepire, eppure ero appena un bambino, comunque già fortemente “innamorato” a 360 gradi della meteorologia.
Tutto cominciava appena dopo Natale, era il 29 dicembre 1992 quando una prima irruzione d’aria fredda continentale, legata ad un minimo barico in evoluzione al sud Italia, portò la neve sui monti che circondano la mia città fino a quote quasi collinari.
I giorni successivi il freddo sembrava fare quasi marcia indietro, ma in realtà era in preparazione il vero ingresso di aria gelida dalla Russia. Già nel corso del capodanno l’aria fredda cominciò a giungere su parte dell’Italia, giungendo anche in Sardegna nella giornata di sabato 2 Gennaio.
La formazione di un minimo barico tra il medio e il basso adriatico consentì all’aria fredda di scivolare bene anche verso il Tirreno e la Sardegna con isoterme attorno ai -5°C all’altezza di 1500 metri proprio sull’isola (fino a -10°C sull’alto Tirreno, -15°C sulle Alpi nord/orientali), aprendo così le danze a quanto cominciò a succedere in Sardegna nella notte tra il 2 e il 3 gennaio.
Nella sera del 2 ero elettrizzato, entusiasmato dal fatto che il termometro sul terrazzo segnava di fatto 0°C, e le macchine visibili in giardino erano ricoperte da un sottile strato bianco di ghiaccio. E questo per Iglesias non è certo un fenomeno consueto, visto che le vere gelate sono un fenomeno piuttosto raro .
Ma l’entusiasmo andò a salire nel corso della notte, quando il cielo cominciò a coprirsi di altocumuli e di nubi sempre più spesse, e il termometro continuava a segnare 0°C. Tuttavia fino a mezzanotte, ma anche fino all’una della notte, le nubi non determinavano fenomeni, e così la stanchezza prese il sopravvento.
Le nubi si muovevano da ovest verso est, quindi mi era parso d’intuire che c’era qualcosa che non quadrava dato le previste correnti da nord/est, e alla fine dal sogno ero passato assai rapidamente con i piedi per terra, nella convinzione che avessero ragioni le previsioni sui mass-media che annunciavano neve non al di sotto delle quote collinare.
Così mi ero addormentato, ma nel cuore della notte, anzi in prossimità dell’alba, saranno state le 5 del mattino, arrivò mio fratello a svegliarmi di soprassalto, e correndo alla finestra non riuscivo a credere ai miei occhi: grazie ad un faretto, che proiettava la luce all’esterno, si vedeva fioccare abbondantemente a larghe falde.
In quei momenti provavo una sensazione di felicità indescrivibile, ancor più fatto per il fatto che la neve continuava e continuava a cadere con abbondanza. Si levavano grida di gioia anche dai bambini e ragazzi del vicinato che, appena svegli al mattino, si erano accorti con stupore dello spettacolo visibile all’esterno.
Non poteva che essere più gradita questa nevicata, dato che arrivò proprio di domenica, giorno festivo, con le famiglie dunque riunite in casa, e pronte a festeggiare l’evento della nevicata, così inusuale ed incredibile da queste parti.
La nevicata proseguì, pur in maniera intermittente, fino al primo pomeriggio. Alla fine si depositarono alcuni centimetri al suolo, e fu possibile costruire anche qualche pupazzo di neve. Ricordo inoltre molto bene che invece la neve non si accumulò nelle strade cittadine, infatti i fiocchi si scioglievano all’istante appena toccavano l’asfalto, a conferma che la temperatura era leggermente sopra gli zero gradi.
Da allora non si è più verificata una nevicata di questa consistenza sia qui ad Iglesias, ma anche a Cagliari, la città capoluogo della Sardegna che non vede proprio da allora nevicare seriamente. E dopo 12 anni, sarebbe anche l’ora di poter gustare di nuovo un evento simile…