In questi giorni l’atmosfera italiana è tranquilla: la primavera iniziata nel calendario meteorologico il primo marzo, ha veduto solo la prima sua decade marzolina fredda, con neve anche in pianura, con eccessi di freddo sino a punte talvolta eccezionali, poi, d’improvviso, è venuto il clima primaverile.
Le prime zone d’Italia ad aver beneficiato della stagione più mite sono state quelle settentrionali, qui, nel settore centro occidentale della Val Padana, si sono avuti picchi di calore degni di giugno-luglio, con temperature massime salite sino a +30°C.
Poi il clima è tornato più tranquillo, mite e senza eccessi di freddo o caldo, tuttavia secco.
A Pasqua, immancabile, la pioggia ha bagnato molte regioni, specie del Nord, dove si è udito, un po’ in anticipo rispetto al calendario, il brontolio del temporale, ma che tutto sommato fa parte della norma del tempo primaverile.
E così, negli ultimi giorni di questa prima decade di aprile, il tempo è restato in prevalenza buono, ma non ditelo a sardi, siciliani e calabresi, dove è piovuto a secchiate, come sovente avviene con lo Scirocco.
E adesso le previsioni parlano di un peggioramento del tempo sempre più probabile, sempre più incisivo e dalle caratteristiche di “colpo di coda dell’inverno”.
Come descrivono le previsioni del mio collega, avremo un drastico peggioramento: caleranno le temperature, tornerà la neve sui rilievi, persino sotto i 1000 metri, sul Nord, il Centro e la Sardegna.
Ma questo è normale? Se lo chiederanno in molti, fa parte di quella sorta di scenari che vedranno un clima sempre più variabile per effetto del riscaldamento del Pianeta?
Orbene, ogni anno, una, due, tre volte, nel bacino centrale del Mar Mediterraneo giunge aria molto più fredda della media, che scalza quella più mite e “degenera in maltempo”.
Di solito si forma un’area di Bassa Pressione sul Mar Ligure (minimo orografico) che risucchia velocemente aria dalle regioni circostanti.
La Bassa Pressione promette maltempo: i venti si rinforzano, alla velocità provocata dalla differenza di pressione che si crea, si somma quello dell’irruenza dell’arrivo dell’aria fredda di origine artica. I venti divengono tesi, sovente rafficosi, si ottengono generali condizioni di maltempo, con nubi cumuliformi, quindi rovesci anche frequenti, temporali, grandine e persino neve.
In talune circostanze, nei tardivi colpi di coda dell’inverno, la neve è caduta a quote collinari del Centro Nord e Sardegna.
Pertanto, quando nei prossimi giorni avremo maltempo, con freddo improvviso, non sarà nulla più di un normale, anche se robusto, colpo di coda invernale. La primavera poi potrebbe proseguire indisturbata, anche se il clima sta seguendo la via sempre più spesso delle estremizzazioni degli eventi meteorologici.
Il clima sta cambiando, è sempre cambiato, oggi, però, forse, un po’ troppo rapidamente per poter mantenere intatte le nostre comodità, le nostre economie.