Il disaccordo dei modelli sul medio-lungo periodo si è notevolmente accentuato: non è ancora del tutto chiara l’esatta dinamica che accompagnerà il previsto peggioramento del week-end, mentre per l’inizio della prossima appare probabile la prosecuzione di un certo dinamismo con condizioni a tratti instabili, ma sono divergente le strade descritte dai vari centri di calcolo.
In questo articolo analizziamo brevemente quella che è l’evoluzione proposta dalle ECMWF di Reading, avendo ben chiaro il fatto che le proiezioni del modello inglese non trovano fino a questo momento una convergenza con le tendenze tracciate dalle altre elaborazioni. Sul lungo termine (previsioni ad oltre 7 giorni) la contrapposizione si riduce ai soli modelli ECMWF e GFS, gli unici in grado di spingersi fino a 10 giorni di previsione, ma il modello americano va anche oltre fino a 15 giorni di previsione (il cosiddetto fantameteo).
Passando all’analisi di previsione basata sulle ECMWF, ormai da diversi giorni gli occhi dei meteoappassionati sono puntati sul peggioramento atteso a partire dal week-end, il quale dovrebbe consentire una svolta in grado di riportare le precipitazioni anche sulle regioni settentrionali, penalizzate nell’ultimo dai costanti ingressi instabili sospinti da correnti nord/occidentali, le quali non riescono a determinare particolari effetti a causa della presenza dell’Arco Alpino.
Un’onda depressionaria tenderà ad approfondirsi tra venerdì e sabato verso la Penisola Iberica, ma dovrebbe trattarsi di un affondo molto meno incisivo rispetto a quelle che erano le premesse di qualche giorno fa. Nella giornata di domenica il pendolo ciclonico si porterà verso la nostra Penisola, determinando la genesi di un minimo depressionario tra la Sardegna e l’Alto Tirreno.
L’avvento depressionario sarà preceduto da una significativa rimonta anticiclonica sub-tropicale poco ad est, che sospingerà masse d’aria piuttosto calde sulle nostre regioni meridionali: domenica si toccherà l’apice dell’avvezione nord-africana, con isoterme all’altezza di 850 hPa che potranno raggiungere i +16°C. In poche parole, ciò significa che sulle zone soggette a venti sciroccali di caduta e non d’estrazione marittima, le temperature potrebbero localmente varcare la soglia dei 25 gradi.
Il modello inglese per l’inizio della settimana prevede la sostanziale stazionarietà del nucleo ciclonico tra Corsica e Sardegna, bloccato nel movimento verso levante dall’ardua resistenza della dorsale anticiclonica subtropicale, ben strutturata tra la Penisola Balcanica ed il Mediterraneo Orientale con correnti temperate meridionale ancora in grado di soffiare verso le nostre regioni meridionali. Nel contempo, l’alta pressione oceanica cercherà un varco l’Europa Centro-Occidentale e sarà proprio questa dinamica a determinare l’ulteriore isolamento della circolazione ciclonica mediterranea, destinata a chiudersi con tipica evoluzione a cut-off.
Se puntiamo lo sguardo all’evoluzione dei primi giorni di Aprile (mercoledì e giovedì), si potrà notare che la circolazione ciclonica tenderà a portarsi tra l’Algeria, la Tunisia ed i canali delle due Isole Maggiori con conseguente instabilità che tenderà a colpire principalmente il Sud, la Sardegna e la Sicilia, senza che vi sia nessun evidente sbocco a questo scenario barico fin verso il primo week-end del nuovo mese.
In conclusione, ricordiamo che l’evoluzione appena descritta non va presa come una previsione di sicura realizzazione, ma si tratta di una semplice interpretazione dello scenario descritto dal modello inglese sul medio-lungo periodo. Questa sottolineatura è d’obbligo, in quanto il modello americano GFS prevede invece condizioni meteo decisamente differenti per l’inizio d’Aprile, con la probabile ingerenza di infiltrazioni instabili di natura nord-atlantica.