Sinora il processo procede decisamente a rilento, tant’è che quasi ogni giorno si parla di minimi record mensili.
“Il processo di congelamento è stato molto lento nel mese di ottobre e ha continuato ad esserlo per gran parte del mese di novembre”, ha dichiarato Walter Meier, esperto dello Space Flight Center Goddard della NASA. La prima mappa mostra la concentrazione media di ghiaccio marino artico dal novembre 2016. Le aree bianche opache indicano la maggiore concentrazione (in blu scuro il mare aperto). Tutte le aree con ghiaccio hanno almeno il 15% di concentrazione (il valore minimo per il quale le misurazioni dallo spazio danno una valore affidabile) e coprono una superficie totale che gli scienziati chiamano estensione del ghiaccio marino.
Nel mese di novembre, l’estensione media del ghiaccio era di 9,08 milioni di chilometri quadrati, il valore più basso di novembre da quando ci sono le rilevazioni satellitari. La linea gialla indica l’estensione media 1981-2010 e dà un’idea di come le condizioni attuali si discostino notevolmente dalla norma.
Gli anni con ghiaccio marino al di sopra e al di sotto della media sono mostrati nell’immagine successiva. Gli otto pannelli mostrano l’estensione novembrina per ogni cinque anni a partire dal 1978, quando i satelliti hanno iniziato il monitoraggio dei ghiacci marini. Ogni mese di novembre è diverso perché il congelamento è influenzata da fattori quali la temperatura dell’acqua, la temperatura dell’aria e la circolazione del vento. I tre fattori hanno giocato un ruolo fondamentale nel mese di novembre 2016.
Quest’anno il minimo annuale è stato raggiunto il 10 settembre (il secondo più tardivo di sempre), poi il ghiaccio marino ha iniziato rapidamente a recuperare nell’ultima parte del mese. Ottobre è stato diverso; la crescita del ghiaccio ha rallentato in modo sostanziale e cominciò a registrare minimi storici quotidiani tanto che l’estensione mensile è stata la più bassa di sempre. Novembre non è andato meglio: son proseguiti i record giornalieri per estensione minima. Soltanto a inizio e fine mese è stata registrata una significativa accelerazione. Le cause di tutto ciò, secondo gli esperti, sarebbero imputabili alle alte temperature oceaniche e atmosferiche.