Con -39,6 °C alle 2100 UTC del 28 dicembre, è stata l’AWS di Dome Argus (tecnicamente Davis Lgb 46) a segnare la temperatura più bassa del Plateau Antartico. Il valore non è eccezionale, tenendo pure conto che la stazione sorge a 4.084 m di quota, nel punto più alto del tavolato. Che però si sfiorino i -40 °C in quelli che sono i giorni più caldi dell’estate, dà un’idea della severità del clima antartico, che non trova eguali nemmeno in Groenlandia.
È infatti dopo il solstizio che le medie termiche toccano il punto più alto, per poi iniziare una discesa che, dopo la metà di gennaio, accelera repentinamente. Secondo l’archivio 1958-2002 della base americana Amundsen-Scott, al Polo Sud geografico il giorno più caldo cade proprio il 29 dicembre, quando la media tocca i -25,6 °C (media delle minime: -27,1 °C). Nelle prime quattro settimane di gennaio poi, in accordo con la parabola discendente del sole, il trend prosegue secondo questo quadro:
1-7 gennaio -25,9 °C
8-14 gennaio -26,6 °C
15-21 gennaio -27,9 °C
22-28 gennaio -30,4 °C
Stessa tendenza alla base russa Vostok dove, data la latitudine più settentrionale, il giorno polare si avvicina al termine (finisce il 21 febbraio, ovvero un mese prima che al Polo Sud). Il quadro successivo è basato su undici anni d’archivio:
1-10 gennaio -30,8 °C
11-20 gennaio -32,6 °C
21-31 gennaio -35,0 °C
Per tornare all’attualità, in questi giorni anche a Vostok si stanno registrando valori minimi piuttosto bassi (27 dicembre: -37,0 °C; 28 dicembre: -35,9 °C), ma la media 21-28 dicembre è superiore alla normale, a differenza di quanto avviene ad Amundsen-Scott (scostamento tra parentesi):
Polo Sud -27,2 °C (-1,0 °C)
Vostok -28,9 °C (+2,1 °C)