Le mappe di spessori, ovvero di thickness, mostrano la differenza tra l’altezza geopotenziale della 500 hPa e quella della 1000 hPa. In pratica è la misura (espressa solitamente in metri) della distanza che separa queste due superfici isobariche. Chiaramente quanto più l’aria racchiusa in questo strato di atmosfera è calda e umida, quindi leggera, tanto maggiore è lo spessore. Viceversa, aria fredda e secca è caratterizzata da bassi valori di spessore. Sostanzialmente le mappe di spessore sono un ulteriore strumento per individuare masse d’aria a diverse temperature. Inoltre evidenziano anche i fronti, localizzati nelle zone in cui le linee di spessore sono molto ravvicinate (forte gradiente termico). Su una carta di thickness la posizione del fronte freddo corrisponderà al bordo più avanzato dell’area con bassi valori di spessore che avanza verso l’aria più calda (elevati valori di spessore).
Le avvezioni di spessore corrispondono ad avvezioni termiche. Un’avvezione di spessori piccoli altro non è che un’avvezione fredda. Forti avvezioni termiche sono in grado di modificare lo spessore, ma se ciò non avviene allora significa che sono in atto processi concorrenziali. Ad esempio se un’avvezione calda non è in grado di fare aumentare lo spessore 1000-500 hPa in una certa area, allora si saranno attivati moti verticali in grado di produrre, in presenza di un adeguato tasso di umidità, nubi e precipitazioni. In generale lo spessore dello strato aumenta a causa di avvezione calda o di riscaldamento diabatico (es. dovuto alla radiazione solare), mentre diminuisce in seguito ad avvezione fredda o raffreddamento diabatico (es. dovuto a evaporazione o a irraggiamento).
Infine le mappe di spessore possono essere utilizzate per prevedere il movimento dei sistemi convettivi organizzati, ovvero dei mesoscale convective systems (MCS). Infatti un MCS tende a restare nello stesso campo termico nel quale si è originato e di conseguenza si muove parallelamente alle line di uguale spessore (a differenza dei temporali a singola cella che si muovono invece seguendo il flusso medio tra 1000 e 500 hPa, ovvero con buona approssimazione seguendo le isoipse a 700 hPa). Fa eccezione il caso in cui le isolinee di spessore siano diffluenti dinnanzi al MCS. In tal caso il MCS si propaga all’indietro, allontanandosi dalla zona di diffluenza.
Leggere le carte dei modelli
Parte I:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12599
Parte II: la pressione al suolo
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12619
Parte III: le carte a 850 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12636
Parte IV: le carte a 700 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12715
Parte V: le carte a 500 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12723
Parte VI: le carte a 200-300 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12724
1° Approfondimento Parte VI: la corrente a getto polare e i suoi effetti
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12757
2° Approfondimento Parte VI: la corrente a getto polare e i suoi effetti
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12758
Parte VIII: altre carte (precipitazioni, nuvolosità, ecc.)
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12815