Al giorno d’oggi, la meteorologia ha raggiunto un’ampia diffusione su internet. Su molti siti è possibile reperire le carte previsionali di svariati modelli, italiani o stranieri, globali o ad area limitata, insomma è davvero disponibile una notevole mole di informazioni sottoforma di mappe colorate. Come destreggiarsi quindi? E soprattutto come interpretare queste colorate informazioni?
Prima di addentrarsi nella descrizione delle mappe dei modelli meteorologici, è necessaria una premessa. Deve essere ben chiaro cosa si vuole vedere, ovvero quali sono le scale spazio-temporali alle quali siamo interessati. Ci interessa la circolazione a scala sinottica sull’Europa per la settimana entrante, oppure vogliamo capire se potranno esserci temporali nel corso della giornata sul Levante Ligure? Ovvio che le due cose non sono completamente slegate fra loro (grande e piccola scala interagiscono reciprocamente), ma sono sicuramente diversi gli strumenti ai quali affidare le nostre previsioni. Nel primo caso ci affideremo alle proiezioni di un modello globale e analizzeremo con particolare riguardo gli andamenti nella media troposfera (le carte a 500 hPa per intenderci). Nel secondo caso ci affideremo ad un modello ad area limitata, possibilmente ad alta risoluzione (https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10155).
In generale, se vogliamo guardare lontano nel tempo (oltre i 4 giorni) possiamo solo dedicarci alla circolazione a grande scala, preferibilmente in libera atmosfera, mentre se i range temporali sono brevi (0-48 ore) allora possiamo pretendere precisione anche per fenomeni più locali.
Infine, bisogna sapere che non tutte le variabili sono uguali. Mentre pressione, vento e umidità sono output diretti dei modelli, attraverso la soluzione numerica delle complesse equazioni differenziali, la copertura nuvolosa e la precipitazione, ad esempio, sono prodotti secondari. In altre parole sono ottenuti dalle variabili dirette attraverso appositi procedimenti. Questo implica che, in aggiunta alla normale impredicibilità del sistema-atmosfera, si aggiunge un’ulteriore fonte di errore. In pratica, se ha senso guardare il geopotenziale previsto a 5 giorni a 500 hPa, non ha senso (o ne ha molto poco) guardare la corrispondente previsione di precipitazione, specie se ci interessa un’area molto limitata.
Non chiediamo ad un modello globale la previsione a quattro giorni della precipitazione sulla nostra città ai piedi delle Alpi (https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10167), o meglio chiediamogliela, ma non lamentiamoci se sarà completamente sballata.
Con queste premesse ben in mente, possiamo avventurarci alla scoperta delle carte meteorologiche.
Leggere le carte dei modelli
Parte II: la pressione al suolo
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12619
Parte III: le carte a 850 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12636
Parte IV: le carte a 700 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12715
Parte V: le carte a 500 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12723
Parte VI: le carte a 200-300 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12724
1° Approfondimento Parte VI: la corrente a getto polare e i suoi effetti
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12757