Uno dei primi pensieri del previsore, quando si trova davanti ad una carta a 300 o 200 hPa è il jet stream, o corrente a getto. Il jet stream è un fiume ad alta velocità che scorre attorno alla Terra alle medie latitudini. Durante l’inverno, il cuore del getto si trova all’incirca attorno ai 300 hPa, giacché l’aria è più fredda e dunque più densa. Di solito, invece, durante la stagione estiva, si preferiscono le carte a 200 hPa. Noi al Meteogiornale abbiamo preferito ricorrere ai 250 hPa, che è un buon compromesso per l’analisi sinottica generica.
Mappe come quelle esemplificate in quest’articolo possono essere trovate, come sempre, nell’apposita sezione di Meteogiornale.it (www.meteogiornale.it/mappe).
Incastonate all’interno del jet stream, si trovano strisce di correnti a velocità molto maggiori. Queste strisce si chiamano jet streaks, e sono segmenti di vento rapidissimo in asse lungo il jet stream. Un jet streak posizionato in maniera strategica nell’asse del jet stream, può cambiare un lunedì radioso in un martedì temporalesco.
A 300 hPa la densità dell’aria è molto inferiore a quella alla superficie, di circa il 70% più bassa. Per questa ragione, se dovessimo essere investiti da un vento a 100 nodi (160 km/H circa) a 300 hPa non ne saremmo spazzati via come succederebbe alla superficie del pianeta.
Tuttavia, pur considerando la bassa densità dell’aria, la corrente a getto ha la forza di pilotare i movimenti dei sistemi temporaleschi, scavare depressioni e costruire promontori anticiclonici.
Come si vedrà in altri articoli di didattica, le depressioni e i promontori anticiclonici sono generalmente formati da avvezioni d’aria calda o fredda. Tuttavia, l’elevata inerzia dei jet streaks è in grado di promuovere le medesime attività, del tutto analogamente. Un jet streak si considera particolarmente significativo quando supera i 100 nodi, ovvero 160km/H o 45 m/s.
Nella carta a 250hPa dell’esempio (prima mappa allegata) si vede un jet streak di circa 64 m/s, cioè di oltre 230km/H di velocità, farsi largo ad ovest dell’Irlanda. Il momento torcente dell’aria forza l’approfondimento di una saccatura a nord dell’asse del getto. Quando lo streak si trova a sud della saccatura, l’amplificazione dell’onda è massima.
Non appena lo streak si muove ad est della saccatura, in altre parole “gira l’angolo” alle 06z, quest’ultima è forzata verso nordest e comincia la fase di declino.
A questo punto, è massima l’amplificazione d’onda in quota. Con un lieve ritardo alle quote inferiori, vediamo la saccatura approfondirsi leggermente, per poi muoversi ad est e nordest, sulla verticale della Scozia.
Dalle 18z in poi, anche la saccatura a 500hPa comincerà la fase di colmamento (seconda mappa allegata).
É difficile determinare i quattro quadranti dello streak, quando “gira l’angolo”.
Tuttavia, per facilitare il compito, si stabiliscono le seguenti indicazioni “spannometriche”:
1) Se è visibile uno streak sul lato sinistro di una saccatura e i massimi di velocità sono dallo stesso lato sinistro, la saccatura si approfondirà in direzione sudovest
2) Se è visibile uno streak sul lato destro di una saccatura e i massimi di velocità sono dallo stesso lato destro, la saccatura si colmerà verso nord est.
3) Se lo streak è sull’asse della saccatura e i venti sono pressappoco equivalenti da entrambi i lati dell’asse, siamo al massimo di amplificazione.
Nel secondo e ultimo articolo dedicato al jet stream spiegherò qualche dettaglio di meccanica e fisica del getto, assieme al riassunto delle informazioni utili per una grossolana previsione.
Questo articolo è un approfondimento di:
Le carte a 200-300 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12724
Leggere le carte dei modelli
Parte I:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12599
Parte II: la pressione al suolo
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12619
Parte III: le carte a 850 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12636
Parte IV: le carte a 700 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12715
Parte V: le carte a 500 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12723
Parte VI: le carte a 200-300 hPa
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12724