Nei giorni scorsi articoli, reportage fotografici e notizie varie si sono susseguiti sulle pagine del Meteogiornale, riguardanti la fase di maltempo che ha colpito la regione. Ma allora, perché un ulteriore articolo? Finita la fase di maltempo è giunto il momento di assemblare tutte le notizie giunte in un articolo che vada a riepilogare e sottolineare l’eccezionalità della fase perturbata che ci ha colpito.
La prima caratteristica eccezionale di questi giorni è stato il numero di perturbazioni, infatti non è stata un’unica perturbazione a tenere scacco per più giorni, bensì ne sono arrivate tre “in fila indiana”: una è giunta venerdì mattina, una sabato pomeriggio e una domenica sera/lunedì mattina.
Pioggia e neve hanno insistito sulla regione per ben 4 giorni, in montagna sopra i 1300 m le precipitazioni sono sempre state nevose, mentre tra gli 800 e i 1300 effimeri sbalzi termici hanno tramutato la neve in pioggia e viceversa.
Nelle giornate di venerdì e di sabato la tenuta del cuscinetto freddo in Valbelluna aveva permesso alla neve di cadere fino ai fondovalle, in località come Feltre e Belluno. Lentamente, i continui apporti di aria più mite hanno eroso tale cuscino alzando il limite della neve all’interno della vallata, portandolo a quote superiori.
Gli accumuli di neve fresca fanno invidia ai migliori anni, mentre la neve presente al suolo è a dir poco strepitosa. Tra le stazioni nivometriche dolomitiche primeggia il Col dei Baldi con 141 cm di neve fresca in 96h e 165 cm di neve al suolo, generalmente superiore al metro la neve al suolo in molte zone delle dolomiti.
Tra le stazioni prealpine primeggia Campomolon con 117 cm di neve fresca in 96h, 139 cm la neve al suolo, Passo Campogrosso presenta un accumulo di neve al suolo di 146 cm. Il grado di pericolo valanghe, che venerdì mattina era a 2, è salito fino a 4 nella giornata di martedì.
Altre notizie di rilievo arrivano dallo staff di centrometeodolomiti: 90 cm a Cortina, 126 cm a Col fosco, 138 cm ad Arabba. Non è da escludere un ulteriore lieve ritocco verso l’alto di questi accumuli.
La gioia dei nivofili è grandissima, però bisogna pure evidenziare il rovescio della medaglia. Notizie di black out e paesi isolati. Durante la fase di maltempo alcuni passi dolomitici e alcune strade, soprattutto secondarie, sono state chiuse e perciò molto difficili sono diventate le comunicazioni.
Le precipitazioni forti hanno fatto salire gli accumuli pluviometrici già molto buoni del mese di novembre: nella stazione di Turcati Recoaro sono stati raggiunti i 635 mm di accumulo, 555 mm al Rifugio la Guardia. Eccezionali gli accumuli in buona parte della fascia prealpina poiché la maggior parte delle perturbazioni, giunte nel mese di novembre, ha impattato sulle nostre montagne (fenomeno dello stau) scaricando enormi quantitativi d’acqua su tali zone. Ottimi gli accumuli mensili in molte zone della regione, pochissime stazioni hanno avuto meno di 100 mm di pioggia in novembre. Per risalire ad un novembre così piovoso bisogna tornare indietro al 2005.
Tornando alla fase di maltempo che ci ha interessato negli ultimi giorni, c’è da mettere in rilievo il forte scirocco che ha soffiato da domenica sera, generando poi il fenomeno dell’acqua alta a Chioggia e Venezia con valori molto alti: 139 cm la prima, 156 la seconda.
Questo il commento di Luca Sassetto di MeteoVeneto, abitante a Chioggia:
“Nella notte tra domenica e lunedi lo scirocco ha soffiato con un impeto che non avevo mai sentito: raffica max di 70,8km/h alle 05.20, senza considerare che per tutta la notte la media è sempre stata tra i 30 e i 40km/h con raffiche spesso oltre i 60, superiore addirittura al nordest (Bora camuffata) che ha soffiato per tutto venerdi 28.
Aggiungiamo che la Luna è all’inizio del suo ciclo (componente astronomica), che il basso Adriatico era schiacciato da una pressione circa 10hPa superiore alla nostra (fenomeno della “sessa”), elementi ideali per un cocktail micidiale che ha fatto impennare la marea dai 70cm previsti ai 156 reali. Per dovere di cronaca devo dire che a Chioggia la marea si è fermata a “soli” 139cm (rilevazione ufficiale fornitami da un addetto del Comune).
Ultima precisazione: si dice che è stata la quarta alta marea più alta da 130 anni e cioè da quando prendo le misurazioni. Ciò è vero se si considera solo Venezia! A Chioggia l’8 dicembre 1992 la marea è stata di 175cm, una spanna in più di ieri.”
In conclusione
Una fine autunno/inizio inverno estremamente dinamica, meteorologicamente parlando, e non è ancora finita: sembra che nei prossimi giorni il maltempo venga a farci visita nuovamente, anche se in maniera più attenuata.
Si ringrazia per la collaborazione Alberto Perer di CentroMeteoDolomiti e Luca Sassetto di MeteoVeneto.