EUROPA IN BALIA DEL CICLONE – Da ormai qualche settimana l’anticiclone non protegge più il Continente come accadeva in precedenza ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: una profonda area depressionaria semipermanente si è posizionata in Gran Bretagna e la sua impronta si estende verso tutto il comparto centro-occidentale europeo, con condizioni di diffusa instabilità esaltata dall’aria fredda in quota che consente la formazione di tanti ammassi nuvolosi disorganizzati associati a rovesci o temporali. Uno dei fronti perturbati più attivi è quello che possiamo individuare sul Mare del Nord e che va ad imperniarsi attorno al cuore della depressione, con condizioni di maggiore maltempo sulle Isole Britanniche, in particolare fra la Scozia e l’Inghilterra. La parte meridionale di questa sottolinea linea perturbata ha interessato Benelux e Danimarca.
L’ALTA PRESSIONE CHE NON C’E’ – L’alta pressione oceanica si tiene ben distante dalla scena europea, arrivando a malapena a lambire l’Atlantico Portoghese. Come se non bastasse, un altro importante centro ciclonico (denominato Natalie), ora unito a quello principale britannico, si trova collocato poco a nord del Mar Nero, con la nuvolosità associata (fronte caldo) che si estende a gran parte delle nazioni dell’est del Continente, fino a risalire verso il Baltico e la Russia Europea. Tuttavia, una parziale spinta anticiclonica dal nord della Russia verso la Penisola Scandinava ha inibito gli effetti di questa vasta distesa nuvolosa, ridotta a semplici stratificazioni innocue di tipo medio-alto.
PERTURBAZIONI ALL’ASSALTO DELL’ITALIA* – L’ulteriore abbassamento di latitudine del raggio d’azione della depressione britannica ha visto l’Italia risentire maggiormente degli impulsi perturbati pilotati dalle intense correnti occidentali: ne sono così scaturite condizioni instabili, se non proprio perturbate. Sono state due le perturbazioni che si sono inserite in successione: la prima è transitata verso il Sud, dopo aver coinvolto parte delle regioni centrali, mentre la seconda è risultata più attiva al Nord aprendo la strada ad un ulteriore afflusso d’aria fredda in quota, che ha accentuato i contrasti termici favorendo la formazione di temporali che hanno determinato frequenti acquazzoni anche grandinigeni.