Anche in questo caso, quasi alla fine della Piccola Età dei Ghiacci, annotiamo delle descrizioni di freddo e di nevosità che ci lasciano sbalorditi.
Questa relazione del Conte Gozzadini, è conservata nell’archivio della Biblioteca comunale di Bologna.
Si parla del Santuario della Madonna dell’acero, posto a di altezza, in una zona ove si dice apparve la Maria a due pastorelli, nel 1500, salvandoli da una bufera di neve.
Il Santuario era abitato da un solo eremita, tal Checchino.
Siamo ad appena 1200 metri di altezza, sull’Appennino Emiliano, però, nell’inverno appena trascorso, (il 1847-48), a causa dell’altezza della neve (almeno 4 metri e mezzo), rimase bloccato nelleremo per ben 50 giorni senza potersi muovere.
E si descrive l’Inverno, stagione che dura (a 1200 metri!), ben 8 mesi, lasciando liberi dalla neve solo il periodo da Giugno a Settembre, ma anche alla fine di Giugno “le bufere tremende fanno morire avvolti nella neve i viaggiatori”.
Il giorno 1° di Agosto, ancora della neve si trovava per la via., e si racconta che nel 1829 (riferendosi probabilmente al terribile inverno 1829-30), la neve aveva seppellito la cima del Campanile della Chiesa della Madonna dell’Acero, alto allora 27 piedi (circa 9 metri).
Quel giorno, comunque, il Conte riuscì, grazie al tempo clemente, ad arrivare a visitare il famoso Lago Scaffaiolo, per poi riscendere nella località “Il Cavone”, a 1500 metri di altezza, e rinfrescarsi “raccogliendo e mangiando della neve”.
Insomma, di nuovo una testimonianza di un clima a noi dimenticato, attraverso le descrizioni di questi viaggiatori e naturalisti del ‘700 e della prima metà dell’800.