La neve e le piogge sono arrivate al centro-sud, con fenomenologia frattale ed a tratti intensa sulle
zone centrali, a dispetto di una maggior omogeneità precipitativa localizzabile al sud che beneficia di una conditio sinottica favorevole.
All’interno di un contesto latitudinale che distingue il centro ed il meridione bisogna successivamente dividere l’evoluzione del maltempo a seconda delle regioni; il vortice ciclonico con asse di saccatura orientato ad est premia le aree del versante adriatico e relega ad un ruolo secondario le zone tirreniche della bassa Toscana e del Lazio. Situazione diversa in Cilento e lungo le coste meridionali dove l’influenza della bassa pressione torna a farsi sentire con la formazione di groppi temporaleschi sul mare, successivamente catalizzati presso le coste e le vicine alture montuose.
Qualcuno aveva parlato di neve a Roma e qualche fenomeno di gragnola/grandine/graupel si è visto, sia all’interno della metropoli sia nelle aree suburbane, con temperatura che si è mantenuta sempre ben oltre lo zero termico. Gli effetti della matrice polare/marittima presente in quota non hanno tardato a manifestarsi con il rovesciamento delle masse d’aria fredde verso gli strati più bassi. C’è da sottolineare che ben diversa è la neve dal graupel ma in un contesto ciclonico sfavorevole, con precipitazioni intermittenti, è già significativo constatare codesto tipo di precipitazione.
Ora la bassa pressione si spinge a sud-est e questo movimento permette, assieme ai vicini dinamismi atlantico-mediterranei, di far tracimare aria gelida da oriente, futura fautrice di instabilità, nevicate sul versante adriatico e qualche afflusso più umido in movimento sul Tirreno, dovuto alla formazione di blandi minimi e condizioni topo-climatiche.
Sarà interessante osservare l’evoluzione che si attuerà per i versanti del medio-alto Tirreno, da sempre monitorati durante le irruzioni fredde per la difficoltà nell’inquadrarli in un contesto meteo-climatico definito e per le complicanze che si evincono durante lo studio della previsione nevosa.
Già nella giornata di Venerdì si assisterà ad un blando tentativo di retrogressione del nucleo polare che probabilmente attiverà una circolazione depressionaria sul basso Tirreno; non si escludono coinvolgimenti per le aree centrali in seguito a questa pulsione di ritorno del vortice in quota.
E poi?
Difficile stabile con certezza l’evoluzione che si verificherà tra Domenica/Lunedì sull’Italia e proprio mentre scrivo queste parole osservo alcune mappe ed ho avuto la fortuna di osservare in diretta due run distinti.
I run, distanziati tra loro da sole 6 ore, esprimono la situazione per lo stesso giorno/stesso orario ed in un lasso di tempo così breve i centri di calcolo hanno modificato non di poco l’evoluzione termica ad 850hPa, ore 12 di Lunedì 16 Febbraio. Andando a scrutare le mappe precipitative non ho notato però sostanziali modifiche ma siccome il mutamento termico è teso ad un rialzo, mi sono posto il dubbio se questa corrispondenza tra temperature modificate/precipitazioni invariate abbia un qualche cosa di veritiero.
Senz’altro non posso determinare con esattezza la bontà della mia ipotesi ma è presto detto che solitamente sul Tirreno i richiami caldi portano in seno una matrice precipitativa a meno di un forte interesse anticiclonico.
Qual è dunque la morale? Sostanzialmente è molto difficile andar dietro ai modelli che non possono, per ovvie ragioni, contemplare nella loro griglia dati molteplici situazioni orografiche, marine, topo-climatiche etc, e si resta dunque in una situazione complessa da analizzare.
Pertanto tra il 15/16 Febbraio pare possibile l’ingresso di un fronte atlantico nel Mediterraneo, senza orientarci con precisione sulla sua entità e direzione, canalizzato dal ponte sub-tropicale ad ovest e dall’aria fredda ad est; questo corridoio è pronto ed atto a far scivolare lungo la porta del Rodano un’area ciclonica per il Tirreno.
Nel contesto attuale, con una possibile alimentazione fredda da est al suolo ed una buona temperatura di partenza, non sarebbe eccessivo supporre diffuse nevicate sulle aree centrali occidentali, ma invito caldamente a non pensare alla possibile situazione nevosa poiché, secondo quanto è plausibile elaborare dalla modellistica, le probabilità non sono elevate ed il contesto sinottico non è pur nulla favorevole; l’HP atlantico non sembrerebbe essere in grado di reggere una adeguata azione di blocking, finendo con il muoversi incisivamente sul Mediterraneo.
Torneremo per seguire una situazione senz’altro molto interessante e delicata.