I laghi accentuano l’intensità dei fronti perturbati fornendo grandi quantitativi di vapore acqueo, soprattutto all’inizio dell’inverno quando l’acqua è ancora relativamente calda; la presenza delle imponenti masse d’acqua risulta quindi determinante nella distribuzione e nell’entità delle nevicate.
La nevosità media annua della zona supera localmente 350 cm, valori assai elevati considerata la latitudine e la natura prevalentemente pianeggiante della regione.
Quando l’aria artica irrompe sui bacini sollevando violentemente l’aria più calda a contatto con la superficie lacustre, si formano imponenti cumulo-nembi che vanno a scaricare intensi rovesci di neve, spesso a carattere temporalesco, lungo le coste sopravento e nell’immediato entroterra; tale fenomeno è conosciuto come “Lake Effect Snow” .
Vari fattori determinano l’insorgere di questi fenomeni:
le temperature invernali sono abbastanza basse da portare neve a bassa quota, ma non tanto da determinare un completo congelamento della superficie dei laghi;
I laghi, a loro volta, sono abbastanza grandi da fornire umidità, ma non troppo estesi da mitigare eccessivamente il clima delle zone costiere;
l’assenza di barriere orografiche verso nord favorisce gli afflussi di aria artica, che dal Canada si portano verso sud attraversando la regione;
le depressioni che si formano ad est delle Montagne Rocciose dall’Alberta al Colorado, frequentemente si spostano verso la zona dei Grandi Laghi richiamando al loro seguito aria fredda dai quadranti settentrionali.
Altri fattori, poi, determinano i quantitativi e la distribuzione degli eventi nevosi:
più è grande la differenza di temperatura tra l’aria in arrivo e la superficie lacustre e maggiore sarà il quantitativo di vapore acqueo che la massa d’aria riuscirà a raccogliere;
la direzione delle correnti risulta fondamentale, il vento deve poter disporre di almeno 80 -100 Km di fetch per poter raccogliere umidità sufficiente a generare corpi nuvolosi consistenti;
le nevicate da “effetto Lago” avvengono generalmente dopo il passaggio del fronte perturbato, all’istaurarsi di venti freddi post frontali, la loro provenienza, spesso tra ovest e nord-ovest, localizza le aree di maggior nevosità a sud e a est dei laghi;
il perdurare di venti per molte ore dalla medesima direzione favorisce la formazione da bande nuvolose, che insistendo sulla medesima zona costiera, possono scaricare enormi quantitativi di neve su aree molto localizzate, risparmiandone altre, anche molto vicine.
Le coste orientali e sud orientali dei laghi, più esposte a questa tipologia di fenomeno nevoso, sono note come “Snowbelts”, cioè”Cinture di Neve”, presentano una nevosità particolarmente elevata, (250-350 cm/anno) spesso più che doppia rispetto alle sponde opposte.
Tra il 30 e il 50% delle precipitazioni nevose che interessano le “Snowbelts” sono prodotte dall'”Effetto Lago” e raggiungono intensità molto elevate; possono cadere anche 75 cm di neve in 24 ore e sono stati registrati massimi orari di 28 cm.
E’ evidente quali disagi possano provocare queste tempeste di neve su zone intensamente popolate, comprendenti grandi città; nonostante le efficienti attrezzature per lo sgombero della neve, la preparazione della popolazione e le dettagliate e precise allerte meteorologiche, Cleveland, Buffalo, Rochester, Syracuse negli USA e London in Canada, si trovano esposte, durante l’inverno a frequenti blocchi di tutte le vie di comunicazione per molte ore.
Fonti di informazioni:
https://www.weather.com/encyclopedia/winter/lake.html
https://www.crh.noaa.gov/grb/educate.html
https://www.wbuf.noaa.gov/
https://lwf.ncdc.noaa.gov/oa/climate/research/snow/snow.html
https://mep1.phy.syr.edu/~rsholmes/snow.html