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Le catastrofiche previsioni degli scienziati inglesi

di Marco Rossi
15 Set 2009 - 07:55
in Senza categoria
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L'immagine è tratta dalla copertina del report
Difficile districarsi nelle previsioni di questo gruppo di scienziati inglesi che, in una conferenza a Londra, hanno fatto la concorrenza a film catastrofici di prossima uscita.

Difficile, soprattutto capire quanto ci sia di realistico in queste previsioni, che realmente predicono la “fine del Mondo” dovuta al riscaldamento climatico messo in atto dalla specie umana.

In sintesi, il riscaldamento climatico modificherà anche l’equilibrio geologico della Terra, innescando una serie di fenomeni catastrofici.

Sulle Alpi e su tutte le altre catene montuose, lo scioglimento imperioso dei ghiacciai innescherà vasti fenomeni erosivi, grandi frane e grandi valanghe, con piogge torrenziali in aumento su tutte le Nazioni.

Inoltre, lo scioglimento della calotta glaciale in Groenlandia e la riduzione di quella Antartica, provocheranno vasti assestamenti di terreno, con grandi frane sottomarine che provocheranno l’arrivo di Tsunami anche sulle Isole Britanniche.

Inoltre, la scomparsa di tali calotte altererà l’equilibrio delle placche tettoniche, alleggerendo la pressione su di esse, provocando, di conseguenza, l’innesco di una serie di eruzioni vulcaniche a catena su tutto il Globo.

Il professor Bill McGuire, direttore del Benfield Hazard Research Centre, University College London (UCL), prevede dunque un futuro terrestre sospeso tra grandi tempeste, inondazioni, grande caldo e forti e frequenti eruzioni vulcaniche e terremoti.

Tutto deriva da una serie di studi riguardanti la frequenza delle eruzioni vulcaniche durante l’Era Glaciale nel nostro Continente, che fu molto ridotta, mentre tra 15 e 12 mila anni fa, al momento del ritiro della vasta calotta glaciale che ricopriva l’Europa, tale frequenza aumentò notevolmente per il conseguente sollevamento della crosta terrestre.

12900 anni fa, ad esempio, una gigantesca eruzione vulcanica colpì la Germania occidentale, dando origine ad una grande caldera che formò il Laacher See, vicino Coblenza.

Gli scienziati stanno studiando questi effetti sulle regioni vulcaniche dell’Alaska e del Cile, dove i ghiacciai si stanno rapidamente ritirando a causa del riscaldamento globale.

I terremoti innescati dalla disgregazione dei ghiacciai, potrebbero provocare devastanti tsunami sul Cile, Nuova Zelanda, nella zona di Terranova, in Canada, e poi, attraversando l’Atlantico, sulle Isole Britanniche.

Infine, c’è la preoccupazione che lo scioglimento del permafrost in Siberia possa liberare in atmosfera grandi quantità di metano, un gas che è 25 volte più efficiente della CO2 nell’intrappolamento della radiazione infrarossa, provocando così un’accelerazione dell’Effetto Serra, e di tutti i fenomeni sopra descritti.

Insomma, ci sarebbe da dire “chi più ne ha più ne metta”, questi scienziati suggerirebbero un pericolo mortale per l’intera razza umana, nei prossimi decenni, con una Natura scatenata ed incontrollabile.

C’è da capire quanto di realistico possa esserci in queste previsioni, e quanto invece è stato aggiunto per un “gusto del catastrofico” che sta pervadendo di questi tempi il nostro modo di pensare.

L’articolo riguardante questa conferenza di scienziati britannici è apparso sul quotidiano The Guardian (www.guardian.co.uk).

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