Clima e meteorologia della regione
La maggior parte della regione I è caratterizzata da basse temperature dell’aria. Ciò perché, su base annuale, essa riceve meno radiazione solare rispetto alle latitudini più basse. Tuttavia, i livelli di radiazione variano notevolmente secondo la stagione; nei mesi invernali vi è una mancanza quasi totale di radiazione solare, mentre d’estate il polo riceve livelli di radiazione solare più che qualunque altro posto sulla terra. La quantità annuale di radiazione solare ricevuta tuttavia è minore di quella persa nello spazio per radiazione in onda lunga. In più, una grande quantità di radiazione solare che raggiunge la terra è riflessa dalla vasta copertura di nuvole, di neve e di ghiaccio. Questo squilibrio di radiazione produce temperature insufficienti e risultano in una ridistribuzione di calore verso le latitudini meridionali attraverso le correnti oceaniche e dell’aria (Varjo e Tietze, 1987). Questo regime di energia è il fattore fondamentale che guida il clima nella regione I.
La circolazione d’aria su grande scala sopra l’Atlantico del nord è determinata dalla zona islandese di bassa pressione (la cosidetta “bassa islandese”) e le zone ad alta pressione della Groenlandia e del bacino artico centrale. I venti dominanti sono occidentali o sudoccidentali fra l’Islanda e la Scandinavia, trasportando l’aria calda ed umida dalle latitudini più basse verso l’Artide. Più a nord, la circolazione è generalmente anticiclonica intorno al polo con i venti dominanti orientali e nordorientali. La grande forza dei venti è associata con depressioni intense estese su vaste aree. Questi venti sono più frequenti nel settore atlantico dell’Artide e in inverno seguono un percorso che va dall’Islanda al mare di Barents.
I tipi climatici nella regione I sono divisi nei sottotipi marittimo e continentale. Un clima marittimo caratteristico è quello dell’Islanda, del litorale norvegese e delle zone contigue della Russia. Queste zone hanno inverni temperati, ma tempestosi. Le estati sono nuvolose, ma temperate da temperature medie di circa 10°C. Le temperature medie di inverno sono tra -2 e 1°C nella pianura islandese, -2°C a Bodø sul litorale norvegese e -11°C a Murmansk sul litorale della Russia (Barry e Chorley, 1992; EEA, 1996). Sopra l’oceano artico coperto dal ghiaccio, sia il ghiaccio che il mare sottostante hanno un effetto regolante sulla temperatura. Le depressioni in movimento ed il calore trasportato dalle correnti dell’oceano hanno un effetto di riscaldamento sul clima. L’estensione di questo effetto può essere evidenziato confrontando le temperature con quelle di altri luoghi alla stessa latitudine. La temperatura media di gennaio sull’arcipelago artico canadese è circa 20 °C più bassa della temperatura di gennaio alla stessa latitudine sulle Svalbard. Ad est delle Svalbard, la temperatura invernale scende più lentamente.
L’effetto di riscaldamento delle depressioni in movimento si estende fino alle parti nordorientali del Mar di Barents.
Durante l’estate, le variazioni di temperatura lungo una data latitudine sono molto ridotte, grazie all’effetto di moderazione del calore del sole. Come nell’atmosfera, la temperatura dell’oceano varia sia annualmente che interannualmente. Ciò è più pronunciato nelle masse più calde d’acqua. La variabilità in acque artiche fredde è piccola, ma comunque importante. L’Atlantico del nord sembra alternarsi fra condizioni calde e fredde. La lunghezza di queste condizioni può variare, ma fluttuazioni con periodi di tre – cinque anni sono le più frequenti. La condizione termica dell’Atlantico nordoccidentale è esattamente opposta a quella dell’Atlantico nordorientale. Ciò significa che quando il mare di Barents è in una condizione calda, il litorale di Terranova è in una condizione fredda..
La condizione di temperatura dell’oceano sembra essere collegata molto strettamente alla circolazione atmosferica, con un meccanismo di risposta fra circolazioni atmosferiche ed oceaniche. Sembra che l’alta pressione atmosferica sia associata con basse temperature nell’oceano, mentre bassa pressione atmosferica è legata ad un oceano più caldo. Cambiamenti del clima oceanico influenzano i meccanismi di trasporto e copertura del ghiaccio. Durante gli anni caldi, c’è un aumentato trasporto delle masse calde d’acqua verso l’Artide, con conseguente diminuita copertura di ghiaccio.
Durante gli anni freddi, il trasporto di acqua calda verso l’Artide è ridotto e la copertura di ghiaccio marino è maggiore (Ikeda, 1990a, b; Ådlandsvik e Loeng, 1991).
La precipitazione annuale totale dell’Artide è generalmente minore di 500 millimetri e tipicamente fra 200 e 400 millimetri (Loshchicov, 1965). Nelle zone costiere della regione I, le precipitazioni sono maggiori, mentre nel bacino polare centrale sono inferiori. L’aria fredda non può contenere molta umidità, e anche se la frequenza delle precipitazioni può essere alta, l’intensità generale è bassa. Ciò spiega perché l’accumulazione totale di neve è relativamente bassa per quasi tutto l’inverno artico. Le zone marittime della zona subartica hanno precipitazioni molto più alte. In Islanda del sud la precipitazione annuale varia da meno di 800 millimetri a più di 3000 millimetri e sulle montagne e sui ghiacciai si sa che esse eccedono i 4000 millimetri (Einarsson, 1984). La precipitazione diminuisce verso est e nord con 700 – 2000 millimetri in Bodø, e meno di 400 millimetri a Murmansk, Russia e Longyearbyen, Svalbard.
Nell’ambiente marino, il vento influenza la stabilità della superficie del mare ed aumenta la miscelazione nella colonna d’acqua. Esso influenza anche la direzione del ghiaccio (Vinje, 1976) e la formazione dei polynyas (zone di acqua libera o di ridotta concentrazione di ghiaccio nel pack, nelle foto sono visibili un polynya e nel disegno è rappresentato il meccanismo di formazione dei polynya – tratte dal sito della Divisione di Oceanografia dell’Università di Hokkaido, Giappone). I venti, o più precisamente le differenze di pressione d’aria che causano i venti, spesso sono collegati strettamente alla circolazione oceanica (Ikeda, 1990b; Ådlandsvik e Loeng, 1991).
Tradotto e liberamente adattato da Alessandro Mandelli per Meteogiornale.it con autorizzazione OSPAR del 28/08/02.
OSPAR Commission 2000. Quality Status Report 2000, Region I – Arctic Waters. OSPAR Commission, London. 102 + xiv pp. ISBN 0 946956 47 2