Non si è fatto certo attendere il repentino cambiamento meteo che sta già coinvolgendo gran parte delle regioni italiane, dopo gli ultimi giorni caratterizzati da una fase interlocutoria, sulla falsariga di quanto avvenuto nella settimana precedente.
Ora il Mediterraneo centrale è entrato invece direttamente nel mirino della vasta depressione fredda in quota, da più giorni stazionaria sull’Europa centro-orientale. Questo improvviso cambio di rotta va attribuito ad importanti modifiche della circolazione barica a grande scala, la quale ha assunto uno schema decisamente più meridiano.
L’espansione dell’Alta Pressione delle Azzorre verso nord fin oltre l’Islanda favorisce lo spanciamento della colata fredda verso sud, in direzione del cuore del Mediterraneo. L’ulteriore lenta rotazione oraria della figura anticiclonica sospingerà verso S/SW il nocciolo più freddo in quota, ora posizionato fra Polonia e nazioni baltiche.
La strada dell’imminente cambiamento era stata ben individuata nella giornata di ieri con l’effetto stau in intensificazione sui versanti nord-alpini, la genesi di una “Genova Low” ed il rapido incremento delle nubi (fin dal pomeriggio), collegate al flusso pre-frontale, tra Corsica ed alto Tirreno; un segnale ben evidente delle infiltrazioni d’aria più fresca ed umida, sempre più incisive, dalla Valle del Rodano.
Il Satellite ci aiuta a capire meglio la situazione attuale, precipitata molto rapidamente verso un’incisiva ciclogenesi che ormai avvolge l’intera Penisola, con il centro motore al suolo che si va temporaneamente posizionando sull’Abruzzo (minimo barico di 996 hPa).
Si osserva il Nord in gran parte scoperto dalle nubi, specie il settore centro-occidentale, che gode ancora una volta della protezione della barriera alpina. Il limite della nuvolosità si spinge fino alla bassa pianura lombarda, coinvolgendo in maniera più decisa Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, con la Romagna in prima linea sul fronte delle precipitazioni, visto il massiccio ingresso d’aria più fredda dalla Porta della Bora.
Altre nubi assai siginificative si addensano sui versanti settentrionali alpini, con sconfinamenti nevosi sui nostri confini soprattutto per quanto concerne la Val d’Aosta. Il muro dello stau non si spinge oltre, appena più a sud i cieli si rasserenano poiché agisce il vento di foehn, che potrebbe raggiungere intensità davvero ragguardevoli in queste ore lungo le vallate alpine lombarde.
Il maltempo più vigoroso in questa prima parte della giornata colpisce con maggior impeto le regioni centrali, nel cuore dell’azione depressionaria vorticosa. Al momento penalizzati maggiormente i settori tirrenici fra Toscana e Campania, con le maggiori precipitazioni a carattere temporalesco.
Con lo spostamento ulteriore del minimo verso sud, in ulteriore approfondimento lungo l’Adriatico, entreranno ancor più in gioco i versanti del medio Adriatico, già interessati nelle ultime da precipitazioni in intensificazione (Ancona Falconara 13 millimetri in 6 ore fino alle ore 14).
Il peggioramento si va rapidamente propagando anche al basso Tirreno, in quest’area cadranno le precipitazioni più copiose durante le prossime ore, accompagnate da venti occidentali, in rinforzo fino a burrasca.
Va sottolineato che è in corso un rapido calo della quota neve lungo la dorsale appenninica, con nevicate già abbondanti fino in collina sui rilievi marchigiani. La neve è destinata a rilevare come l’aspetto principale meteorologico nei prossimi giorni, senza escludere episodiche sorprese in alcune zone, fino a quote prossime alla pianure.
Rammentiamo che i nuclei più gelidi in quota sono ancora posizionati sul nord dell’Europa, in area Baltica. L’ulteriore spostamento, in rotazione oraria, dell’asse dell’Anticiclone, farà in modo di convogliare quest’aria particolarmente rigida ed instabile verso S/SW.
In questo caso non vi potrà essere ostacolo delle Alpi, vista la massa d’aria in spostamento alle quote superiori dell’atmosfera destinata a giungere entro domani in pieno bacino centrale del Mediterraneo.
Sarà quest’aria ulteriormente più fredda in quota a rinvigorire con forza i contrasti termici, favorendo la nascita di un’ulteriore depressione al suolo nei pressi della Sardegna, la quale contribuirà non poco a rendere la prognosi evolutiva alquanto complicata.
Difficile prevedere nel dettaglio l’evoluzione dei minimi barici, emerge chiaramente la difficoltà dei modelli ad inquadrare l’esatta posizione dei noccioli depressionari alle varie quote. Tuttavia, bastano piccoli scostamenti per determinare dei veri e propri sconvolgimenti in ambito previsionale, a cui si dovrà fare attenzione tramite un attento monitoraggio.