I primi valori inferiori ai -60 °C sul Plateau Antartico sono stati registrati il 28 febbraio. Alla base russa Vostok (3.488 m), alle 1800 UTC i termometri segnavano -60,1 °C, mentre la stazione automatica australiana Dome A (4.084 m), alle 2200 UTC si sono registrati -62,4 °C. Per quanto riguarda le minime, il record mensile di Vostok risale al 28 febbraio 1960, quando si toccarono i -64,0 °C; erano tuttavia tre anni che non si scendeva a livelli simili:
1 marzo 2008 -61,1 °C
1 marzo 2011 -60,8 °C
Febbraio si è dunque contraddistinto per una forte discesa delle temperature, ma dal punto di vista delle medie è stato un mese di segno diverso: a Vostok è andato in archivio con uno scostamento di +1,9 °C rispetto alla norma (-44,2 °C), mentre al Polo Sud geografico (2.836 m) si è rimasti a +3,6 °C dal riferimento pluriannuale (-40,7 °C), risultando il più caldo dal 1986 (+4,5 °C quell’anno). In quest’ultima base, il periodo ha fatto seguito a un bimestre estivo (dicembre – gennaio) che era già stato di forte anomalia, come si desume dalla graduatoria storica (tra parentesi, lo scostamento dalla norma):
1980-’81 -25,0 °C (+3,0 °C)
1957-’58 -25,1 °C (+2,9 °C)
1976-’77 -25,3 °C (+2,7 °C)
1966-’67 -25,7 °C (+2,3 °C)
1974-’75 -25,8 °C (+2,2 °C)
2005-’06 -26,0 °C (+2,0 °C)
2010-’11 -26,1 °C (+1,9 °C)
Prosegue dunque il riscaldamento del Polo Sud geografico, in atto ormai da un decennio: una dinamica climatica che non ha riscontri così evidenti sul resto del Plateau Antartico. Passando alla disamina stagionale, essendo questo il mese che porta al semestre invernale (aprile – settembre), la discesa termica è accentuata: le medie passano dai -40,7 °C di febbraio ai -54,0 °C di marzo (a Vostok, da -44,2 °C a -57,9 °C). La punta record, alla base americana Amundsen-Scott (il Polo Sud geografico, appunto) risale al 25 marzo 1983, quando si fermò a -71,0 °C (limite sfiorato il 26 marzo 2000 con -70,9 °C); a Vostok invece, il 23 marzo 1982 si arrivò a -75,3 °C.