Quest’inizio settimana è stato spesso disturbato da veloci passaggi nuvolosi che, nonostante la barriera posta dall’Arco Alpino, sono riusciti parzialmente ad influenzare le nostre regioni, trascinati da un flusso di correnti nord/occidentali in scorrimento sul bordo più orientale dello scudo altopressorio oceanico, il cui centro motore resta da giorni posizionato saldamente nei pressi della Penisola Iberica. L’ennesimo affondo instabile sta transitando nella giornata odierna, con effetti più incisivi sul Centro-Sud.
Lo scacchiere barico è poi completato dall’inossidabile presenza di un profondo vortice ciclonico posizionato tra il Baltico e la Penisola Scandinava. L’azione di contrapposizione fra l’Alta Pressione sull’Ovest Europa e il vortice depressionario sul Baltico determina lo sprofondamento di una saccatura verso i Balcani. Il nostro Paese resta un po’ al confine tra i due contendenti protagonisti, restando a tratti più influenzato dal contesto anticiclonico e a tratti dai passaggi instabili, frutto delle ondulazioni cicloniche lungo il flusso nord-occidentale che accompagna la saccatura.
Cosa accadrà ora? Da giorni abbiamo annunciato una forte ripresa della stabilità per la seconda parte della settimana. Questa previsione è sostanzialmente confermata, ma in tal senso quest’oggi si può notare un’ampia convergenza dei principali modelli persino sul medio-lungo termine. Ci vogliamo richiamare in particolare ai modelli GFS ed EMWF, gli unici che si spingono in proiezioni ad oltre 7 giorni, che peraltro rappresentano quelle a cui dobbiamo scrutare con attenzione per provare a descrivere ipotesi di cambiamento.
Lo scudo anticiclonico si spingerà già da domani un po’ verso est, in maniera sufficiente da riportare la stabilità quasi ovunque. I massimi anticiclonici in quota rimarranno tuttavia ad ovest del nostro Paese, in uno scenario che quindi vedrà lo scorrimento di un flusso nord-occidentale in quota dai connotati più stabili, vista la maggiore vicinanza dello scudo altopressorio. Le zone che risentiranno di qualche disturbo nuvoloso degno di nota saranno soprattutto i confini alpini centro-orientali.
Una modesta onda ciclonica dovrebbe però determinare un temporaneo cedimento barico sui mari italiani fra Domenica e Lunedì. Lo schema sarà del tutto simile ai passaggi nuvolosi di questi ultimi giorni, costretti ad impattare in prevalenza contro l’Arco Alpino. Il modello ECMWF vede però addirittura l’inserimento di un piccolo vortice ciclonico tra Tirreno e Sardegna, con effetti d’instabilità che sarebbero estesi verso le regioni tirreniche e le Isole e non solo ai versanti adriatici.
L’Alta Pressione riprenderà immediatamente forza, con la graduale espansione dei massimi anticiclonici dall’Europa Centro-Occidentale verso il cuore del Mediterraneo. Dalla giornata di Mercoledì 18 s’inizierà ad articolare un cambiamento probabilmente di vasta portata, legato ad una spinta meridiana della cellula di alta pressione oceanica fin verso il Mare di Norvegia e la Penisola Scandinava. Questo determinerà l’immediata discesa di un fiume d’aria artica verso l’Europa Orientale, ma il successivo rinforzo del blocco anticiclonico sulla Penisola Scandinava potrebbe far slittare, con moto retrogrado, la saccatura gelida verso le nostre regioni.
Questa è la tendenza per le giornate di Giovedì 19 e Venerdì 20 proposta in maniera quasi equivoca dagli ultimi aggiornamenti dei modelli ECMWF e GFS, che rappresenterebbe un’autentica ricaduta invernale dalle caratteristiche piuttosto corpose. Trattandosi di proiezioni ad oltre 7-8 giorni, la prudenza è naturalmente d’obbligo, nonostante questa visione concorde delle mappe: negli ultimi giorni i modelli matematici stanno infatti facendo slittare in avanti questo possibile cambiamento che, almeno inizialmente (le mappe elaborate lo scorso Lunedì 9 Marzo), era indicato per la fase iniziale della prossima settimana.