Dopo una lunga siccità durata circa 3 anni, che ha colpito particolarmente il settore del Lago di Garda, che non raggiungeva più il suo livello normale da decine di mesi, adesso è arrivato il periodo della compensazione, e le precipitazioni, a partire dalla Primavera, non sono mai mancate, sul Settentrione.
Anzi, spesso raddoppiando i quantitativi mensili propri di ciascun mese.
E gli effetti si sono visti sui corsi d’acqua, insolitamente gonfi, per questo periodo stagionale, grazie alle precipitazioni che, soprattutto nei giorni passati, hanno insistito su zone Alpine e Prealpine, finendo per gonfiare anche i livelli dei Laghi Lombardi già superiori alla loro normale altezza.
Cominciando dal Garda, esso ha stabilito ieri un record storico, portandosi ad un livello, a Peschiera, di 136 cm, 40 cm oltre la norma, raggiungendo un valore mai stabilito prima in questi primi giorni di Luglio.
Il Lago di Como, anche se non è a livelli da record, ha raggiunto questa mattina, a Malgrate, un’altezza di 120,2 cm con tendenza ad ulteriore aumento, mentre 120 cm rappresenta la soglia di esondazione di Piazza Cavour a Como.
Il Lago Maggiore, a Sesto Calende, presenta questa mattina un livello di 145,1 cm, circa mezzo metro oltre il livello normale, e vicino ai record storici di questo periodo che potrebbero essere superati nei prossimi giorni.
A questo punto è necessario anche un piccolo appunto.
Nei mesi, o nelle Estati passate, si è discusso spesso dei cambiamenti climatici, stigmatizzando una siccità nel Nord Italia che pareva inarrestabile, con conseguenze catastrofiche per l’economia Padana.
In realtà, periodi di siccità e, al contrario, di abbondantissime precipitazioni, si sono spesso alternate sul Settentrione, e, se c’è un parametro che è cambiato di poco, negli ultimi due Secoli almeno, è proprio quello delle precipitazioni, che ha sempre oscillato attorno ad un valore medio.
Ricordiamo le siccità presenti sul Nord Italia e ricorrenti nei primi anni ’80, ed, al contrario, le abbondanti precipitazioni presenti in alcuni anni ’90, a testimonianza di come il clima oscilli spesso tra due estremi.
Ma periodi prolungati privi di precipitazioni vengono segnalati spesso anche nel corso della PEG, che pure fu caratterizzata da freddo – umido.
Semmai, gli aumentati prelievi idrici dovuti alle attività industriali crescenti ed all’agricoltura ed agli allevamenti intensivi, possono aver fatto calare i livelli delle falde, rendendoci più esposti a rischi durante i periodi di scarsità di pioggia.
Ma adesso, le preoccupazioni sono rivolte al periodo autunnale: se la stagione estiva, come sembra, proseguirà temporalesca, al Nord, un eventuale autunno piovoso, anche normalmente piovoso, potrebbe trovare terreni intrisi di pioggia e corsi d’acqua già gonfi, creando notevoli problemi.