Il film “La tempesta perfetta” (titolo originale “The perfect storm”) uscì nel 2000, sotto la regia di Wolfgang Petersen. Vi si narra l’ultimo viaggio del peschereccio “Andrea Gail” e dei suoi 6 uomini di equipaggio, nel cuore di una grande tempesta che reclama e infine ottiene la nave e le vite dei suoi uomini.
Gloucester, Massachusetts, fine ottobre 1991. In porto è ancorata la “Andrea Gail”, peschereccio capitanato da Billy Tyne (George Clooney), pescatore esperto ma reduce da alcune pessime battute. Con lui ci sono Bobby Shatford (Mark Wahlberg) che ha bisogno di soldi per pagarsi il divorzio e iniziare una nuova vita con la fidanzata Christine Cotter (Diane Lane), Dale “Murph” Murphy, un esperto marinaio, Alfred Pierre, un giamaicano brioso, Bugsy e l’ultimo arrivato Sully.
L’idea di Tyne è quella di recarsi fuori dalle normali rotte di pesca per raggiungere una zona presso Terranova nota per i ricchi banchi di pesce. È l’ultima possibilità della stagione e per un pescatore è normale rischiare la vita per il proprio lavoro. I 6 uomini a bordo non fanno eccezione, la loro fortuna si chiama pesce e sono pronti a tutto per ritornare a terra con un carico che possa dare una svolta alle loro vite.
La pesca della “Andrea Gail” è in effetti fruttuosa, ma si pone, visti i bollettini meteo che annunciano condizioni del mare sempre più proibitive, il dilemma se rimanere qualche giorno in acque sicure, facendo così deperire il prezioso carico, oppure rientrare il più rapidamente possibile, affrontando la tempesta. Il guaio è che quella che è in azione al largo del New England non è una “tempesta qualunque”, se così si possono definire le frequenti e già spesso intense tempeste di nor’easter che si sviluppano in quei mari, ma una perturbazione incredibile generata dallo scontro dell’uragano Grace con altre due perturbazioni che provoca una tempesta di dimensioni epocali con onde alte quasi quindici metri e vento a quasi 200 chilometri orari.
La tempesta perfetta, la tempesta del secolo si abbatte così sul nord Atlantico e sulla “Andrea Gail”. Tyne viene avvertito via radio che si avvia ad affrontare qualcosa che è peggio dell’inferno, ma dopo aver consultato i suoi uomini, decide, in accordo con l’equipaggio, di proseguire. Dopo una lotta durissima, la “Andrea Gail” soccombe e dei suoi uomini si perdono per sempre le tracce.
Il bello di questo film è che, mentre la vicenda è assolutamente autentica, le scene di pesca sono tutte riproduzioni, tutti effetti speciali. Infatti “La Tempesta perfetta” contiene delle scene a bordo della “Andrea Gail” che ritraggono pescatori di pescespada al lavoro. Petersen era però riluttante ad usare pesce vivo per il film, così la produzione decise di usare solamente pesci sintetici e animati per le numerose scene di caccia al pesce spada che dovevano essere filmate. Incredibilmente, nessun pesce che si vede nel film è vero, ma sono tutti complessi modelli animati (perfino nelle interiora).
Il film si sviluppa bene, non è lento, molte volte lascia sgomenti al pensiero che le vite che si perdono in mare sono state vite vere, non cinematografiche. Spettacolare la scena dell’onda anomala, la scena finale, non ancora del film, ma dell’avventura del peschereccio nel ventre della tempesta.
Vediamo ora l’analisi meteorologica dell’evento, partendo da alcune considerazioni generali. Fine ottobre e novembre sono caratterizzati da condizioni meteorologiche spesso molto dinamiche negli USA orientali. Freddi venti nordoccidentali provenienti dal Canada, iniziano, in questo periodo, a fare incursione con una certa regolarità nelle grandi pianure degli USA. Più a est, l’Oceano Atlantico è ancora caldo e talvolta sulle sue acque si formano anche uragani di fine stagione. Il contrasto tra due masse d’aria così differenti, quella fredda proveniente dal Canada e quella più calda sopra la superficie oceanica, innesca non di rado violente tempeste appena al largo del Nord America. Queste tempeste, note sulla costa atlantica degli USA come “Nor’easters” (per gli intensi venti nordorientali che si abbattono sul continente), hanno affondato centinaia di imbarcazioni in passato e sono l’incubo dei pescatori locali.
Unica fu però la concomitanza di eventi che portò alla formazione della tempesta di Halloween 1991, un ibrido tra le più violente tempeste delle medie latitudini e gli uragani. Chiamata la “tempesta perfetta” dai meteorologi del National Weather Service, iniziò il 28 ottobre 1991, quando un fronte freddo che stava scivolando lungo il nordest degli USA generò una depressione extratropicale poche centinaia di chilometri al largo della Nuova Scozia. Un forte getto della libera atmosfera la approfondì rapidamente e già la sera del 28 era il sistema meteorologico dominante in tutto l’Atlantico Settentrionale. Nel frattempo l’uragano Grace, che si era formato il giorno prima e inizialmente si muoveva verso nordovest, deviò bruscamente verso est, spinto dalle forti correnti occidentali presenti lungo il bordo meridionale della profonda depressione extratropicale. La sera del 29 ottobre, il fronte freddo, collegato al centro di bassa pressione, indebolì e poi distrusse rapidamente la struttura ciclonica di Grace, quando questo si trovava ancora nei pressi delle Bermuda. Ciò che rimase di Grace, soprattutto in termini di umidità negli strati medio-alti, venne risucchiato dalla depressione extratropicale, dandogli la spinta per una ulteriore intensificazione. Il 30 ottobre era impossibile distinguere ciò che rimaneva di Grace dal resto del sistema. Nelle ore seguenti la depressione si mosse verso sud, intensificandosi ulteriormente e raggiungendo nel pomeriggio del 30 ottobre il massimo di intensità, con un minimo barico di 972 hpa e venti fino a 215 km/h. Dopo aver raggiunto l’apice, il centro di bassa pressione scivolò verso sudovest, e la pressione nel suo centro, durante il 31 ottobre, risalì fino a 998 hpa.
Durante questa prima fase una vasta area di alta pressione si allungava dal Golfo del Messico, attraverso i Monti Appalachi, fino alla Groenlandia. Il forte gradiente barico tra l’area anticiclonica (massimo di 1043 hpa sul Canada orientale) e il centro di bassa pressione diede origine a venti violenti che imperversarono sui mari e le coste orientali degli USA. Il 30 ottobre molte imbarcazioni furono investite da raffiche di 180-210 km/h, mentre alcune boe sonda del NOAA registrarono onde alte fino a 13 metri. Le coste del North Carolina furono frustate da venti intorno ai 70-80 km/h per 5 giorni consecutivi, mentre nel Massachussetts i venti raggiunsero picchi quasi da uragano (punte anche di 125 km/h). I danni maggiori furono causati dalle eccezionali ondate e dalle maree che sommersero ampi tratti di costa, onde tra 1 e 10 metri furono osservate dalla Carolina del Nord fino alla Nuova Scozia, e nel New Jersey si registrò uno dei più alti livelli di marea del secolo scorso, superato solo da quello raggiunto in concomitanza al passaggio dell’uragano Great Atlantic del 1944.
Quella della “Andrea Gail” non fu l’unica disgrazia causata dalla tempesta, 2 persone annegarono al largo di Staten Island in seguito al ribaltamento della loro barca, un pescatore morì trascinato via da un’ondata mentre pescava su un ponte nello stato di New York, un altro perse la vita risucchiato dalla furia dell’Oceano mentre pescava da un’altura lungo le coste del Rhoden Island. In totale vi furono 10 vittime e qualche centinaio di milioni di dollari di danni. Lo stato di calamità naturale venne proclamato in 7 contee del Massachussetts, 5 del Maine e 1 del New Hampshire.
Allontanandosi dalle coste americane, nel suo moto verso sud la tempesta il 31 ottobre si ritrovò sopra le acque a 26°C della Corrente del Golfo. Vicino al centro del sistema, per effetto dei moti ascensionali innescati dalle calde acque della Corrente, si svilupparono imponenti nubi temporalesche e la depressione assunse progressivamente, durante il 31 ottobre, caratteristiche tropicali. Il 1 novembre lo sviluppo di nubi convettive crebbe e nel nucleo della tempesta si generò la struttura tipica di un ciclone tropicale, la tempesta perfetta era diventata un vero e proprio uragano, un uragano però generato in acque extra-tropicali e da una depressione extra-tropicale (mentre in genere avviene il contrario), per cui fu deciso di non assegnargli alcun nome. Ancora oggi la tempesta di Halloween 1991 è anche conosciuta come “l’uragano senza nome”.