Per definizione, la “squall” altro non è che un’improvvisa raffica di vento (particolarmente violenta), spesso accompagnata da pioggia, grandine o neve. Le “Snow Squall” sono l’equivalente invernale degli acquazzoni estivi, dei temporali.
Tali episodi nevosi, piuttosto frequenti negli Stati Uniti, possono verificarsi in qualsiasi momento da metà ottobre a fine aprile. Ma perché ne stiamo parlando? Semplice, perché in seguito all’ondata di gelo che si sta abbattendo in Europa i contrasti termici che andranno a crearsi – considerate che siamo praticamente in primavera – potrebbero generare questo tipo di episodi.
A questo punto qualcuno si starà domandando qual è la differenza coi blizzards. Ve lo spieghiamo subito: le “squall snow” sono spesso di piccole dimensioni, colpiscono in modo localizzato ma possono portare intense nevicate, proprio come i temporali portano intense piogge in una piccola area geografica.
Tale fenomeno, come si può facilmente intuire, si forma quando l’aria vicino al suolo è molto più calda dell’aria in quota. A quel punto prende piede un’attività convettiva imponente che porta allo sviluppo di mastodontici cumulonembi, nubi stracariche di umidità che viene rilasciata sotto forma di neve. Il tutto, proprio come in un temporale, può avvenire con violente raffiche di vento.