Gli ultimi giorni, dal punto di vista meteorologico, sono stati molto didattici e poco avvincenti.
Abbiamo potuto osservare ed analizzare i comportamenti della stratosfera messi in relazione con la dinamica troposfera, attraverso la remota ipotesi di un freddo di stampo continentale e una rinnovata onda atlantica, spinta da un vigore oceanico mai sopito.
Nel prendere coscienza di una staticità atmosferica snervante, dobbiamo riconoscere l’importanza delle piogge distribuite negli ultimi trenta giorni, seppur non supportante da un rilevamento termo-igrometrico soddisfacente.
In questo contesto sinottico si è sviluppata una condizione atmosferica che manifesta pienamente l’inclinazione primaverile; quest’ultima si sta già affermando in diversi settori peninsulari e, presso i rilievi montani principali, si scorge una attività cumuliforme figlia della nuova stagione.
Il massiccio strato di aria calda ed umida, presente al suolo, con il contributo dell’irraggiamento solare, sta apportando la genesi di updraft consistenti che, ad esempio, hanno interessato il Basso Lazio durante il pomeriggio del 22 Febbraio.
Nei prossimi giorni, analizzando le varie mappe, si scorge la possibilità di una prima vivace attività convettiva in seguito ad una linea di convergenza che, specie al nord Italia, potrebbe produrre qualche temporale isolato.
L’aria atlantica si sta muovendo in direzione dell’Italia e, tra non molto, valicherà il settore alpino; in quota sarà accompagnata da aria fredda che, oltrepassando i monti alpini, si troverà a scivolare al di sopra del mite catino padano, con la probabilità che si inneschino celle temporalesche.
A seguire dovrebbero sopraggiungere correnti favoniche come nel più classico degli schemi.
Il cavo depressionario genererà, probabilmente, una linea di convergenza post frontale, grazie alla saccatura che si spingerà verso il centro-sud.
La decisa diminuzione dei geopotenziali in seno all’onda rossbyana richiamerà sul bordo meridionale/ sud-orientale una massa d’aria calda (una WARM) che si scontrerà con l’aria più fredda sovrastante nel lato ciclonico del getto, producendo una diversificazione degli strati d’aria ed un rimescolamento fonte di attività termodinamica.
I rilievi montuosi e qualsiasi forma orografica pronunciata non potranno che indurre, successivamente, ad una catalizzazione delle nubi ed una miglior condensazione, con piogge più intese ed a carattere di rovescio.
Questa situazione genera, tramite una sinottica temporalesca basata su WCB e MCS, celle temporalesche anche di forte intensità, ma non è questo il periodo dell’anno per mettere in gioco situazioni mesocicloniche di questo tipo.
Possiamo certamente annunciare l’inizio di una dinamica atmosferica di stampo primaverile, senza tralasciare l’ipotesi, per nulla remota, di un ingresso freddo nel lungo termine.