L’origine del fenomeno avrebbe delle spiegazioni abbastanza semplici, anche se di recente è stata introdotta la tesi della neve chimica. Ma cerchiamo di comprenderne cause e genesi:
in Valle Padana è presente una massa di aria molto fredda, in varie località di collina sono stati misurati valori anche di oltre 10°C maggiori che sulle basse quote. L’aria che transita è mite, ma anche molto umida.
Quando una massa di aria umida e mite scivola sopra una molto fredda, si crea una forte interferenza: le particelle di umidità tendono a scendere verso il basso e rimangono intrappolate dall’Alta Pressione presente al suolo. Si formano le nebbie o nubi basse.
Il continuo afflusso di aria mite, alimenta il processo di genesi di nubi e nebbie, che per effetto del forte raffreddamento, si condensano in microparticelle di umidità. Nasce la pioviggine che pur in presenza di valori termici non estremamente bassi (pochi gradi sotto zero non sempre giustificano la formazione di cristalli di ghiaccio svolazzanti) si solidifica in particelle di ghiaccio.
Il ghiaccio attrae il pulviscolo di umidità (nucleo di condensazione) e diviene man, mano sempre più consistente, tanto da assumere l’aspetto di piccoli fiocchi di neve, che per gravità cadono al suolo come fossero neve.
Neve chimica? Il termine evidenza il formarsi di fiocchi di neve sollecitati da agenti chimici non naturali.
Questo tipo di fenomeno si ottiene anche in altre località del Pianeta.