Dopo la Cometa di Natale, ecco adesso quella di San Valentino, così ribattezzata dato che sarà visibile proprio in queste notti. Questa cometa, si chiama in realtà Iwamoto, in quanto è lo stesso nome dell’astronomo giapponese che l’ha scoperta molto di recente nello scorso mese di dicembre.
Il massimo della vicinanza della cometa al nostro Pianeta è stato toccato alle ore 22 del 13 febbraio, quando ha raggiunto il cosiddetto punto di perigeo, ovvero la minima distanza dalla Terra pari a circa 45 milioni di chilometri.
La cometa appartiene al gruppo dei cosiddetti oggetti estremi trans nettuniani ovvero quei corpi celesti che si trovano a una distanza 5 volte superiore a quella che separa Plutone dal Sole, oltre la fascia di Kuiper, culla di comete e asteroidi.
Si tratta di un evento molto raro, in quanto l’ultima volta che la cometa ha fatto capolino risale all’anno 648 e compie un’orbita attorno al sole ogni 1317 anni. La sua prossima visita, dunque, è attesa esattamente nell’anno 3390.
Per ammirare la cometa, bisognerà puntare lo sguardo verso la costellazione del Leone, identificata dalla stella Regolo, la più brillante della costellazione. La cometa è invisibile a occhio nudo ma apprezzabile con un binocolo, a patto possibilmente di essere lontani dall’inquinamento luminoso delle città.
La cometa appare come un batuffolo diffuso, secondo quanto evidenziato dall’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Il corpo celeste si potrà osservare fino ai primi giorni di marzo, anche se sarà sempre meno visibile. Meglio approfittarne questi giorni, per i cieli in prevalenza sereni.
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