Con il termine “Batùa de San Giusepe” i nostri vecchi indicavano un classico colpo di coda invernale che per tradizione dovrebbe capitare tra la seconda e la terza decade di marzo, in un periodo dove nel mezzo c’è il giorno di San Giuseppe, il 19 marzo.
Quest’anno il tradizionale colpo di coda dell’inverno è arrivato preciso preciso il 19 marzo, per merito di una discesa di aria fredda da NE che impattando con l’aria più mite preesistente ha generato della forte instabilità: temporali si sono susseguiti tra il pomeriggio del 19 e le prime ore del 20 marzo.
Un nucleo temporalesco molto forte ha colpito il vicentino, portando molti danni nei pressi di Zermeghedo, paese colpito da forti raffiche di vento. Anche il resto della regione è stato colpito da attività temporalesca, non in maniera così distruttiva. Tra i vari fenomeni non sono mancate all’appello grandinate e sporadici episodi di neve a quote molto basse.
Venerdì i cieli si sono fatti subito sereni ma a farla da padrone fino a sabato mattina è stato il vento , che ha soffiato con una certa intensità soprattutto sulla costa. Ad Adria, nella giornata di giovedì, il vento ha toccato una raffica massima di 64.4 km/h, superiori ai 30 km/h le raffiche massime registrate in molte zone della regione. A causa del continuo soffiare del vento le temperature mattutine non sono calate immediatamente nella giornata di venerdì, ma bensì da sabato per poi raggiungere l’apice nella giornata di domenica.
Cito alcune temperature minime di rilievo in pianura, relative al 22 marzo: Villorba -4.3°, Roncade -3.5°, Ponte di Piave -3.4°. Tra 0° e -3° le minime nel resto della pianura.
Situazione di forte gelo in montagna, qui l’aria fredda ha prodotto un clima più che invernale. Marcesina ha toccato i -20.1° per effetto dell’inversione termica. Asiago è scesa sotto i -10°, mentre Cortina ha sfiorato i -7°. Minime basse anche nei fondovalle: Belluno ha toccato i -6.1° di minima. Tra -8° e -12° le minime sui più importanti passi dolomitici.
Nell’ambito di un clima invernale, il manto nevoso gode ancora di una buona salute, complici le gelate di febbraio e quelle di questi ultimi giorni. L’ultimo bollettino del Centro Valanghe di Arabba, relativo al 19 marzo, mette in luce uno spessore del manto nevoso che in generale è superiore ai 120 cm e che supera i 300 cm a Passo Campogrosso e a Campomolon nelle Prealpi.