PROFONDO CICLONE MEDITERRANEO – L’impronta del vortice perturbato che abbraccia l’Italia ben si palesa dalle immagini satellitari: il perno della bassa pressione, che toccato valori di pressione persino inferiori ai 985 hPa, si è mosso molto lentamente verso levante ed è andato a collocarsi dall’Alto Tirreno verso i settori costieri fra Bassa Toscana ed Alto Lazio. La depressione mediterranea, legata ad un più ampio vortice centrato nel Nord Europa, è costantemente alimentata da contributi freddi artici, i quali sembrano destinati addirittura ad intensificarsi. Nel contempo, un’alta pressione di blocco sull’Europa Sud-Orientale impedisce alla saccatura a carattere freddo di sfondare verso est, contribuendo così a tenere attiva questa circolazione fredda perturbata.
VIGOROSO MALTEMPO – Le precipitazioni sono state presenti su gran parte d’Italia, sotto forma soprattutto di intensi rovesci frequenti ed intermittenti, una caratteristica delle situazioni così vorticose caratterizzate dalla presenza d’aria fredda in quota. Dato il collocamento del perno ciclonico in prossimità della Toscana, le maggiori precipitazioni, apportate dalla ritornante perturbata occidentale, hanno penalizzato la Sardegna, le zone tirreniche ed in particolar modo il Lazio e la Campania. A ridosso della dorsale gli accumuli hanno localmente raggiunto gli 80-100 mm, determinando un ingrossamento dei corsi d’acqua: è salito notevolmente anche il livello del Tevere, anche se si è ben lontani dall’emergenza patita a metà mese.
NEVE SUI RILIEVI – L’aria più fredda, entrata dalla Valle del Rodano, si è in parte propagata a tutta l’Italia, apportando un calo termico e condizioni meteo tipicamente invernali, esaltate dai venti molto intensi che hanno portato mareggiate intense sulle coste tirreniche ed ovest della Sardegna. Dopo la neve sulle Alpi, caduta in modo straordinariamente abbondante sul comparto occidentale, è toccato anche alla dorsale appenninica ricevere le prime consistenti nevicate stagionali. In alcuni casi, per effetto di forti rovesci, il livello delle nevicate si è temporaneamente spinto fino attorno ai 1000 metri d’altezza, nonostante lo zero termico posto ben al di sopra dei 1500 metri. La neve ha interessato anche i versanti adriatici della dorsale appenninica, in particolare i settori abruzzesi.