Novembre mese alluvionale:
è un argomento ampiamente dibattuto, del quale si discusse in precedenti editoriali. Se ne parlò soprattutto in concomitanza delle tremende alluvioni che sconvolsero la Toscana, sottolineando come gli ultimi decenni abbiano riservato le piogge di maggiore intensità in novembre. Sarebbe opportuno approfondire l’argomento “dissesto idrogeologico”, ma non è questa la sede opportuna. Quel che emerge è che, a fronte dell’innegabile estremizzazione degli eventi meteorologici, il territorio italiano è preda di alluvioni, frane e smottamenti sempre più frequenti. L’ondata di maltempo che sta sferzando l’Italia, l’ultima del mese, ha provocato un’altra alluvione sull’alta Toscana e il livello di allerta è massimo in altre regioni del versante tirrenico.
La causa dei temporali:
li avevamo previsti e puntualmente hanno fatto valere la loro prepotenza. Era inevitabile, considerando che venivamo da un periodo contrassegnato da temperature superiori alla norma. In uno scenario termico simile, le acque del Mediterraneo non si raffreddano a dovere e il surplus energetico è quello che fornisce il carburante necessario all’alimentazione di grosse strutture temporalesche. Dobbiamo considerare, inoltre, che sui mari di ponente è avvenuto lo scontro tra masse d’aria di diversa estrazione: quella fredda proveniente dal Polo e la più mite risalente da sud.
Spazio all’inverno:
la complessa situazione ciclonica si è venuta a creare a seguito di un autentico sconquasso nei piani alti dell’atmosfera, dove il Vortice Polare Stratosferico è stato sottoposto a disturbi tali da indurne una suddivisione in due lobi. Lo scivolamento in Europa, concomitante con l’elevazione verso nord dell’Alta delle Azzorre, ha gettato le basi per l’ingresso in anticipo della stagione invernale.
Abbondanti nevicate:
quelle che stanno interessando l’arco alpino, anche se la quota resta relativamente alta sui settori centro orientali. Nei prossimi giorni assisteremo ad un graduale abbassamento del limite delle nevicate, che si spingeranno per la prima volta in stagione anche sulla dorsale appenninica e nei rilievi insulari.
Come sarà la prima parte di dicembre?:
Spingersi così in là nel tempo è impresa ardua e si rischia di incappare in errori marchiani. Tuttavia possiamo, a nostro avviso, abbozzare una linea evolutiva che potrebbe rispecchiare la realtà. Probabilmente vi sarà un tentativo di ricompattamento del Vortice Polare, che generalmente induce una ripresa del flusso zonale. Tradotto in parole semplici, il ritorno delle perturbazioni atlantiche. Tuttavia, nei piani bassi dell’atmosfera, registriamo una certa vivacità anticiclonica a livello Pacifico e Atlantico. L’Alta delle Azzorre sembra in grado di effettuare altre spinte dinamiche verso nord, facendo piegare le correnti dai quadranti settentrionali in seno all’Europa centrale. Significa che andrà a pescare aria fredda dall’Artico, gettandola alle basse latitudini. L’Italia, come detto in apertura, potrebbe rivelarsi uno degli obbiettivi principali.
Il gelo siberiano:
abbiamo scelto di menzionarlo perché è da diversi giorni che i modelli più autorevoli confermano il consolidamento dell’Anticiclone Termico Russo-Siberiano. Una figura che potrebbe disturbare ulteriormente il Vortice Polare e avere significative ripercussioni sull’andamento meteorologico della seconda parte della stagione.
Focus: evoluzione sino al 11 dicembre 2012
Il maltempo ci terrà compagnia sino a domenica, con precipitazioni che si concentreranno maggiormente al centro sud e nelle isole. L’arrivo d’aria fredda farà calare, notevolmente, le temperature e la prima neve stagionale imbiancherà i principali rilievi. Si andrà dai 1000 metri dell’Appennino settentrionale, ai 1200 metri del settore centrale e delle montagne sarde, ai 1400/1600 metri del sud e Sicilia.
Un parziale miglioramento potrebbe intervenire ad inizio settimana prossima, ma si tratterebbe di una tregua in attesa di un altro affondo ciclonico. Arriverebbe dal nord Atlantico, ma gradualmente verrebbe alimentato dal freddo Artico e si getterebbe nel Mediterraneo. Si profila, quindi, un ponte dell’Immacolata dal sapore invernale.
Evoluzione sino al 16 dicembre 2012
Poche, al momento, le variazioni da qui a metà dicembre. L’Italia potrebbe essere preda di ulteriori affondi di saccature Artiche.
In conclusione.
L’inverno, che arriverà il 1 dicembre, sembra stia gettando le basi per un’ottima stagione. Ottima per chi ama freddo e neve, meno per chi invece preferirebbe un clima più clemente.