Autunno all’improvviso:
quello che avevamo definito un “rischio”, ovvero il passaggio dall’estate infinita ai primi freddi stagionali, s’è concretizzato. L’irruzione d’aria fredda che ha coinvolto l’Europa centro orientale ha scavato un minimo di Bassa Pressione nel cuore del Mediterraneo e l’ondata di maltempo che ci sta investendo ha tutte le caratteristiche tipiche del tardo autunno.
Maltempo si, ma non per tutti:
come spesso accade, vista la dislocazione meridiana del nostro Paese, il Vortice Ciclonico sta producendo effetti diversi a seconda delle aree considerate. Al Nord, ovest in particolare, le correnti secche settentrionali – in tracimazione dalle Alpi – stanno favorendo ampi rasserenamenti. Al Sud, invece, la rotazione ciclonica sta richiamando venti umidi meridionali. Il freddo, portato da venti tempestosi di Bora, Grecale e Tramontana, sta impegnando principalmente il Centro Italia e la Sardegna. Ciò che sorprende, ma non più di tanto viste le condizioni termiche pregresse, è lo sviluppo di grosse celle temporalesche sui mari meridionali. Qui, anche nelle prossime 48 ore, potrebbero manifestarsi condizioni di forte maltempo e non è da escludere il rischio di qualche nubifragio.
Le temperature:
citare le condizioni termiche di partenza è fondamentale per comprendere l’utilizzo del termine “freddo”. La sua percezione è acuita dai forti venti settentrionali che spirano su molte regioni, ma c’è da dire che la diminuzione delle temperature – seppur brusca – sta favorendo un rientro nella normalità termica stagionale. Il ché è tutto dire. Localmente, è bene sottolinearlo, persisteranno addirittura valori superiori alla norma. Ovviamente nulla a che vedere con quel che succedeva sino a qualche giorno fa, quando in molte città si poteva camminare per strada ancora a maniche corte.
Altalena termica:
il calo attuale verrà seguito da un consistente aumento, dettato dalla temporanea espansione di una propaggine anticiclonica verso l’Italia. Verranno coinvolte maggiormente le regioni di ponente, le più vicine al fulcro principale dell’Alta delle Azzorre. Un rialzo significativo, che ancora una volta ci consegnerà valori superiori alla norma. Ma sarà un aumento temporaneo, sostituito rapidamente da una nuova diminuzione. Nel lungo periodo si scorgono temperature prossima alla norma, maggiormente orientate al sotto media.
L’Alta delle Azzorre:
torniamo sull’argomento perché come detto negli editoriali precedenti, la sua collocazione inciderà sostanzialmente sulle sorti meteorologiche della nostra Penisola. Gli scambi meridiani potrebbero rappresentare il trend dominante della seconda metà di novembre. Si prospettano altre irruzioni artiche, decisamente più incisive nell’ultima decade.
Italia ai margini o obbiettivo principale?:
Difficile dirlo. L’analisi modellistica comparata evidenzia una diversa ubicazione dell’Alta delle Azzorre. C’è chi propende per una sua collocazione in pieno Atlantico, chi invece propone una posizionamento sull’Europa occidentale. Nel primo caso eventuali irruzioni Artiche colpirebbero maggiormente l’asse Regno Unito-Francia-Penisola Iberica, con riflessi più miti ma estremamente perturbati sul nostro Paese. Dovesse prevalere la seconda ipotesi, invece, l’Inverno balzerebbe agli onori della cronaca assai precocemente.
Focus: evoluzione sino al 24 novembre 2013
Il maltempo continuerà ad interessare le regioni Adriatiche, il Sud e i settori orientale delle Isole Maggiori. Al Nord e sulle Tirreniche, invece, la protezione orografica assicurerà condizioni di tempo migliore. Non solo, come accennato in sede evolutiva si rivedrà una propaggine anticiclonica azzorriana che tenderà ad interessare le regioni di ponente. Rimonta che si rivelerà di breve durata, perché venerdì subentrerà un nuovo nucleo freddo che apporterà un nuovo calo termico sostanzioso e un’ondata di maltempo consistente.
In seguito prevediamo l’ennesimo miglioramento, sulla cui durata pende come una spada di Damocle l’evoluzione barica successiva. Probabilmente tornerà il maltempo, ma sul profilo termico prevalente dovremo attendere che si dipani la matassa relativa alla traiettoria dell’irruzione Artica.
Evoluzione sino al 29 novembre 2013
Ciò che possiamo dirvi, fin da ora, è che probabilmente entro fine mese avremo la prima, vera sfuriata invernale stagionale.
In conclusione.
Insomma, è un autunno che a ridosso del traguardo ha deciso d’ingranare la quinta marcia. A prescindere dall’andamento delle temperature che come detto dipenderà dalle sorti artiche ampiamente descritte.