Talvolta ci si domanda come mai in Nord America a latitudini “italiane” faccia in inverno così tanto più freddo! L’analisi che vi proponiamo mostra una delle spiegazioni, non l’unica, ovvero la presenza in Europa di un’alta catena montuosa con estensione lungo i paralleli: le Alpi.
Vedremo come un’irruzione artica nel cuore dell’Europa venga stoppata da tale catena montuosa ed arrivi anzi con venti caldi di caduta sul versante italiano. Per la dimostrazione ci avvaliamo delle mappe elaborate partendo dai dati del modello GFS all’altezza isobarica di 850 hPa (circa 1400/1500 metri di quota).
A partire da sabato l’Anticiclone delle Azzorre che staziona sull’Europa centro-occidentale subirà l’attacco di una saccatura artico-marittima e sarà costretto a ritirarsi più ad ovest.
La mappa sottostante mostra a sinistra la situazione di partenza odierna delle temperature a 850 hPa e a destra quella prevista per sabato. Si nota la massa blu (aria fredda) in rotta verso l’Europa centrale, adagiarsi sui primi contrafforti alpini e sul Nord Italia il prevalere di colori gialli (temperature miti).
La mappa dei venti per la sera di sabato, sempre alla quota di 850 hPa, è ancor più chiarificatrice e mostra in maniera molto evidente il blocco offerto dalla catena alpina.
Si vede così nella successiva mappa per domenica mattina, la massa d’aria fredda deviata verso i Balcani e i colori giallo-ocra sul Nord-Ovest italiano ad indicare i venti di caduta dalle Alpi in grado di portare temperature molto miti.
L’analisi ci mostra come quando le saccature hanno una componente diretta nord-sud, le Alpi si ergano a formidabile sbarramento per l’afflusso di aria fredda. Naturalmente questa non è l’unica traiettoria che possono assumere le correnti artiche e in altri casi quando le traiettorie sono più occidentali o più orientali i flussi freddi possono entrare con maggiore facilità sul suolo italico.
Dopo il 20 marzo ad esempio è possibile che un nuovo affondo artico si riveli già più proficuo. Ne riparleremo.