Nella stagione autunnale e soprattutto in quella invernale vige un fenomeno meteo molto frequente : l’inversione termica.
Essa è un andamento anomalo della colonna d’aria, dove fa più freddo nei bassi strati rispetto alle quote di media montagna (può fare più caldo a 2000 metri che in pianura!).
Ciò avviene soprattutto nelle fasi meteo di alta pressione, con l’aria fredda ferma e stagnante nei bassi strati: il profilo termico verticale non cala con la quota, ma anzi per un certo periodo aumenta.
Questo è fondamentale perché, analizzando le carte meteo proposte, non è affatto detto che ha una quota di geopotenziale più alta corrisponde a una temperatura più alta al suolo, anzi spesso e volentieri fa addirittura più freddo nelle vallate e in Pianura Padana con l’alta pressione rispetto alle ondate di maltempo.
L’inversione termica è estremamente comune nei fondovalle e nelle grandi pianure italiane, soprattutto del Settentrione, mentre è praticamente sconosciuta sulle coste, mitigate dal mare.
Tal fenomeno meteo ha un grave controindicazione: il ristagno di aria molto fredda nei bassi strati fa sì che la qualità dell’aria diventi pessima, soprattutto in pianura padana e nei grandi centri urbani italiani. Questo perché gli inquinanti rimangono intrappolati nello strato molto freddo e in assenza totale di ventilazione non possono essere dispersi.