Coreless winter è un termine introdotto nel lessico climatico all’inizio del XX secolo: significa inverno senza nucleo e descrive quanto accade durante la stagione fredda in Antartide e sul plateau groenlandese.
A differenza di ciò che si riscontra nell’inverno boreale, la curva termica non evolve con progressività verso un minimo, che statisticamente si verifica a cavallo fra gennaio e febbraio, ma presenta una quasi discontinuità al termine dell’autunno, rimanendo su quei livelli fino alla primavera successiva.
Al Polo Sud geografico, il coreless winter si estende da metà marzo a inizio ottobre, ma per semplicità lo si individua nel semestre aprile – settembre.
Questa premessa per dire che il coreless winter 2013 rimarrà storico, perché mai aveva fatto tanto caldo, come mostra la graduatoria dei cinque casi più rilevanti registrati alla base americana Amundsen-Scott (tra parentesi, lo scostamento dalla norma):
1981 = -57,3 °C
2009 = -56,7 °C
1963 = -56,7 °C
2002 = -56,4 °C
2013 = -56,0 °C (+2,7 °C)
Dopo un agosto che aveva già mostrato uno scostamento di +6,3 °C (si veda www.meteogiornale.it/notizia/28996-1-polo-sud-caldo-record-ad-agosto), settembre ha stabilito un record ancor più eclatante (media: -51,2 °C), con lo scostamento che ha raggiunto +7,9 °C. Il giorno 13 la massima ha toccato i -29,6 °C ed era dal 29 settembre 1994 che, nel mese, la temperatura non saliva oltre i -30 °C.
Questo trend è stato comune a tutto il Plateau Antartico, anche se meno accentuato nel settore orientale rispetto al Polo Sud geografico. Alla base russa Vostok, il coreless winter ha avuto una media di -63,6 °C (+2,5 °C sulla norma) ma il record del 2007 (-62,2 °C) è rimasto lontano, e in ogni caso anche il 1963 e il 1980 avevano avuto medie superiori. Con -59,5 °C settembre è risultato anomalo (+6,5 °C) ma nel 1963 la media si era fermata a -57,5 °C. Si è trattato, comunque, del settembre più caldo degli ultimi cinquant’anni, con la massima del giorno 29 salita a -39,4 °C: il che non è un elemento di poco conto.