Siamo in prossimità del primo evento di stampo tipicamente invernale, che segue una risposta termica molto mite di origini sub – tropicali; ovviamente causata da aria fredda, di origini polari, che cercherà di frasi breccia tra i “mantici” anticiclonici. Il flusso freddo, trasversale, avrà come prima meta il Mediterraneo più occidentale e successivamente le nostre regioni centro settentrionali.
Non mi sembra assolutamente improbabile, al momento, intravedere le prime nevicate a quote medio basse, anche pianeggianti tra il 24/26 del c.m., sul settore centro est padano ed ad altezze collinari (500/600 mt) sulle regioni centro settentrionali. Sino a questo punto mi sembra tutto assolutamente “normale”. L’inverno nella sua normalità, solitamente, “vuole” questo ed “anche di più.
Quello che più mi interessa, prendendo spunto da una successione “molto regolare” delle ENS (divergenze termiche positive e negative), è che la prossima pulsazione dinamica dell’Hp oceanico non sarà isolata, ma, con tutta probabilità seguita (dopo una breve fase anticiclonica verso la fine del mese) da una seconda molto più forte, che determinerà una situazione di blocco più serrato ai flussi miti del medio ed alto atlantico.
La stagione sicuramente è palesemente in ritardo e ci vorrebbe un’esplosione “talmente gelida” per riportare “l’inverno” chiaramente “nelle regole”. Forse questo “secondo step invernale”, tutto appartenente alla prima decade di febbraio, ci potrebbe ricompensare in parte di quello che è ormai perduto.
Secondo una proiezione, ad ampissimo respiro, questa 2° fase dovrebbe portare dell’aria molto gelida, di origini artiche, verso il Mediterraneo provocando un massiccio impatto termico sulla nostra Penisola. Un vero e proprio nucleo artico, pronto a scivolare lungo i “fianchi” orientali dell’Hp delle Azzorre: obiettivo Italia.
Certamente viaggiamo su frequenze molto “dilatabili” nel tempo, ancora non abbiamo certezze assolute di quello che accadrà tra il 24/27 del c.m., ma non si esclude che la situazione, ancora nel più lungo raggio, possa assumere caratteristiche ben “più marcate”.
Oramai la natura ha chiuso una fase e non tornerà certo indietro verso nella sua “vecchia e sciatta indolenza”.