Il nostro Paese è definitivamente uscito da quella circolazione fredda invernale che ha caratterizzato tutta la fase conclusiva della settimana appena trascorsa. Il vortice freddo si è ora allontanato tra la Turchia ed il Mar Nero, sulla spinta impressa da una rimonta anticiclonica dal Vicino Atlantico verso il cuore del Mediterraneo.
L’Europa Centro-Settentrionale non è più protetta da quella fascia di alte pressioni che ha arretrato il baricentro verso ovest. Viceversa, la Penisola Iberica e parte della Francia restano ancora sotto la protezione del campo di alta pressione, il cui braccio periferico è riuscito a protendersi verso le nostre regioni. La stabilità atmosferica ha ormai le ore contate sulla nostra Penisola e le resistenze anticicloniche poco potranno opporsi rispetto alla penetrazione dell’onda ciclonica, in avanzamento dall’Europa Centrale, con annessa aria piuttosto fredda in quota, le cui caratteristiche sono ben individuabili da quella nuvolosità a ciottolato che vediamo scendere tra le Isole Britanniche ed il Mare del Nord.
L’eredità lasciata dalle correnti fredde sull’Italia è stata piuttosto importante, con le minime di questa mattina scese su valori spesso pienamente invernali. Un contributo decisivo alla discesa dei valori minimi notturni è stato dato dai cieli privi di nubi e dall’attenuazione della ventilazione: alcune località della Val Padana hanno registrato valori di poco inferiori allo zero, ma alcune gelate si sono avute anche su qualche fondovalle appenninico delle regioni centrali (soprattutto le aree più chiuse ed interessate da recenti nevicate) ed in Sardegna sulle zone soggette a forti inversioni termiche (Alghero Fertilia è scesa a quasi -2°C).
La giornata odierna presenta l’impronta decisa della struttura di alta pressione, così da favorire un generale e diffuso rialzo termico accompagnato dal sole. Le escursioni termiche fra notte e giorno sono risultate estremamente ampie sulla Val Padana occidentale, ove l’ingresso dei venti favonici ha fatto impennare i valori fino a valori superiori ai 20 gradi, con picchi di 22 gradi su Milano, Torino, Bergamo e Piacenza.
Gli sbuffi di foehn derivano dalla progressiva erosione anticiclonica causata da quel ramo perturbato che si va addossando a nord delle Alpi: nelle ultime ore si è così andata a scavare una modesta depressione al suolo sulla Val Padana, sottovento all’Arco Alpino. Il dislivello barico che si è venuto a generare fra i due versanti alpini sta trascinando queste prime correnti favoniche sul Nord-Ovest, con le nubi e le precipitazioni da stau che non andranno oltre il crinale e potranno interessare solo determinate zone dei nostri confini nazionali.
La perturbazione riuscirà ad entrare nel corso della giornata di domani sull’Italia, ma con il mancato interessamento delle regioni settentrionali, protette orograficamente dall’Arco Alpino. Il foehn sarà ancora protagonista in Val Padana, mentre sul resto d’Italia avremo un rapido peggioramento, più sensibile lungo i settori adriatici, accompagnato da un generale rinforzo della ventilazione. Il breve episodio d’instabilità sarà seguito in seguito da ulteriori disturbi di natura molto simile, a conferma di una settimana dai connotati decisamente variabili.