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Intensissimo Vortice Polare, sanguisuga dell’inverno europeo

di Andrea Meloni
12 Dic 2006 - 11:49
in Senza categoria
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Proiezione del Vortice Polare, altezza geopotenziale alla quota della Stratosfera per il 19 dicembre 2006. In Europa le caratteristiche in quota saranno di valori termici bassi, mentre lo Strat Warming appare pronunciato tra America del Nord ed Asia. Fonte ECMWF.
Atteso intenso, desiderato da chi voleva un gelido inverno, eccolo, attivo a tutte le quote atmosferiche della Troposfera, con marcati riflessi anche in Stratosfera. E’ il Vortice Polare.

Quest’anno tal vortice è molto tenace, non mostra segnali di sofferenza. Nel comparto europeo è attivissimo nelle alte latitudini, non mostra neppure nelle previsioni a 10 giorni cenni di disfatta, neppure in alta quota dell’atmosfera, dove le proiezioni hanno una migliore affidabilità che per la bassa atmosfera.

Quando un Vortice Polare è molto attivo in area artica, nelle medie latitudini vagano per lungo tempo le alte pressioni, sempre che non vi siano bordate da nord, con le tipiche Onde di Rossby.

Il Vortice Polare influenza tutto l’Emisfero nord, dall’Europa alla Siberia, al Nord America: in Europa, come più volte si è scritto, le depressioni d’Islanda investono pesantemente le regioni settentrionali, con correnti occidentali miti. Altrove si rinnovano i cicli dell’Alta Pressione delle Azzorre, con valori che alla topografia di 500 hPa sono elevatissimi.

Nella Siberia si è disfatta l’Alta Pressione e transitano perturbazioni provenienti dal Mar Glaciale Artico, generate dall’intenso Vortice Polare.

Nel Nord America, dove la disposizione da nord verso sud delle Montagne Rocciose favorisce le irruzioni di aria fredda, il gelo artico si è avuto in almeno due, tre eventi ben distinti, ma qui siamo prossimi alla regione dove il Vortice Polare mostra la sua crisi. Tuttavia il vero freddo non ha interessato la costa orientale, che come è noto, è un’area molto soggetta alle tempeste di neve.

Nel Nord America si potranno avere nuove irruzioni di aria fredda, specie nel settore del Pacifico, dove è in corso un potente Strat Warming.

Che attendersi per il futuro. Il Vortice Polare potrebbe diminuire la sua vitalità già da gennaio, ciò per cause naturali, anche se sconosciute. Questo favorirà una maggiore dinamicità atmosferica nelle medie latitudini e quindi conseguenti possibilità di fasi di freddo acuto anche in Europa.

D’altronde l’inverno 2005/2006 si mostrò rigido nell’est europeo dalla terza decade di gennaio, e negli inverni degli ultimi 15 anni, il freddo è sovente giunto tardivo per l’attività importante del Vortice Polare. Tuttavia, quest’anno, si rilevano delle differenze come il persistere delle temperature sopra la media in Europa e adesso nell’ovest Siberia.

In Europa, gli ultimi 15 anni non hanno veduto inverni realmente rigidi, intendendo per tal definizione, periodi di almeno due terzi dell’intera stagione con temperature di alcuni gradi sotto la media e derivanti da persistenti movimenti di masse d’aria dalla Russia verso occidente.

Ma potrei già fare qualche obiezione, non per contraddirmi: il concetto che ho espresso vuole sottolineare che con un Vortice Polare così attivo l’arrivo del freddo europeo è casuale, non prevedibile secondo il calendario. Così che può venire intensissimo, anche eccezionale a gennaio o febbraio, ma dopo un autunno mite e asciutto simili eventi sono da contemplare come anomali.

Nei fatti, anche il gelido evento di freddo del febbraio 1956 fu frutto di pesanti anomalie climatiche, molto meno quello del gennaio 1985, esordito con maggior gradualità.

Quanto ci sia di eccezionale in quello che avviene è complesso da definire, va solo rammentato che anche oggi 12 dicembre 2006, in tutta l’Europa le temperature non sono dicembrine, specie laddove dovrebbe far freddo.

Stamattina faceva più freddo in Val Padana che in Scandinavia del sud.

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