Siamo alla vigilia di un nuovo richiamo freddo sull’Europa, e come al solito siamo di fronte alla forte indecisione di tutti i modelli sulle conseguenze del nuovo raffreddamento sull’Italia.
Al momento sembrerebbero favorite le regioni del medio versante adriatico, ma è ancora tutto in alto mare e i modelli non sono tutt’ora, a 92 ore dall’evento, decisi verso una risoluzione della prognosi.
Ma quello che vorrei evidenziare oggi nel mio articolo, sono le anomalie climatiche caratteristiche di questa primavera europea. Chi credeva, infatti che il gelo russo invernale, il potente stratworming che ha messo in ginocchio mezza europa, sarebbe stato un episodio, si sbagliava: siamo al 9 di Marzo e Mosca segna ancora minime in doppia cifra sotto zero, la Germania si appresta a vivere un’altro fine settimana da incubo, per le nevicate e con lei tutte le rgioni dell’Europa centrale.
Ma la cosa piu’ inquietante è la presenza di un nucleo gelido sulla Groenlandia che continua a rifornire di gelo uno stretto corridoio che dalla Svezia passa per l’Europa centrale e di lì verso il Mediterraneo. Una profonda ferita inferta alla primavera che sembrerebbe non volersi chiudere.
L’Italia, come detto è marginalmente protetta da un possibile storico evento dalla debolezza dell’anticiclone azzorriano, che come questo inverno, non ha la forza di erigersi verso nord, e quindi lascia la possibilità alle depressioni atlantiche di intiepidire l’aria artica in rotta verso l’Italia, rendendola contemporaneamente piu’ convulsa e ricca di fenomeni vioelenti, come è avvenuto nello scorso weeckend.
Siamo alle prese dunque con una anomalia climatica pesante, che rischia di influenzare gran parte della nostra primavera.
Contemporaneamente però preoccupa la debolezza dell’Anticiclone Azzorriano, infatti l’ibrido presente sulla Spagna, ha radici subtropicali, piu’ che oceaniche e sembra intravvedersi lo spettro della nascita prematura di un forte anticiclone africano; l’isoterma +15° a 850 hPa sembra poter sfondare già questo weeckend sul Marocco, segno inequivocabile del fatto che il caldo africano quest’anno potrebbe essere fortemente protagonista.
Infine sottolineo un’analogia. L’ultima primavera rigida, è stata quella del 2003, con un anticiclone afro-azzorriano in erezione verso il polo nord ad aprile con conseguenze che tutti ricordiamo (neve a Bari l’8 di Aprile); ma ricordiamo purtroppo molto bene anche la caldissima estate di quell’anno. Dunque monitoriamo l’anomalia climatica fredda ma non limitiamoci a guardare verso nord, perchè a sud, nel Sahara, iniziano le grandi manovre estive…