Prosegue l’avvicinamento di una circolazione ciclonica sulle Isole Britanniche, i cui effetti instabili si fanno sentire indirettamente anche sul cuore dell’Europa. L’area ciclonica sta infatti pilotando sbuffi d’aria umida in quota da sud/ovest, le quali contribuiscono ad erodere il campo di alta pressione. Al momento l’Europa Centrale è interessata dall’anello debole del ponte anticiclonico che si erige ancora dalle latitudini afro-mediterranee verso le zone baltico-scandinave.
Inoltre, non possiamo certo trascurare come i massimi anticiclonici, in precedenza posizionati sulla Penisola Scandinava, stiano ormai slittando verso latitudini ancor più settentrionali, in piena banchisa polare. Il modesto cedimento barico in atto sull’Europa Centro-Occidentale, unito all’aria caldo-umida che si è accumulata nei bassi strati, ha riportato condizioni temporalesche degne di nota. La scorsa notte il maltempo si è infatti particolarmente fatto sentire in alcune aree dell’Olanda e della Germania. Non sono mancati disagi per allagamenti a causa dei nubifragi di tipo temporalesco, che persistono tuttora, e a Stoccarda si sono purtroppo avute due vittime connesse proprio ai fulmini.
L’insistente palude barica favorisce ancora una vivace instabilità, in queste ore pomeridiane, su tutta l’area balcanica. Per quanto concerne le zone centro-occidentali europee, i temporali stanno attualmente colpendo non solo la Regione Alpina, ma anche la fascia compresa fra la Germania Orientale, i confini polacchi e la Repubblica Ceca. Aria instabile oceanica è entrata anche verso la Francia dal Golfo di Biscaglia, con nuclei temporaleschi che hanno interessato l’area pirenaica, i settori meridionali della nazione transalpina per poi portarsi sulle aree alpine occidentali.
Questi spifferi d’aria instabile si fanno sentire indirettamente anche al Nord dell’Italia, ove hanno rinvigorito le aree temporalesche termoconvettive che interessano non solo i settori alpini occidentali (notizia tragica appena giunta riferisce di un’escursionista ucciso da un fulmine a Briga Alta, sulle Alpi Marittime), ma anche tutta la dorsale settentrionale appenninica. Nonostante l’incremento dei geopotenziali, l’instabilità pomeridiana non sta risparmiando nemmeno le restanti zone appenniniche. La porzione settentrionale dell’alta pressione subtropicale si è spostata in direzione del nostro Paese, ma senza apportare un’efficace protezione stabilizzante.
La traslazione del cuneo anticiclonico verso i mari italiani è favorita dall’approssimarsi del nucleo ciclonico al Regno Unito che, come sottolineato in precedenza, sta riportando disturbi instabili di natura atlantica verso le nazioni centro-occidentali europee. Gli effetti di questo spostamento dell’alta pressione sono principalmente connessi all’attenuazione delle correnti settentrionali in quota, a beneficio di un flusso più occidentale. Per questo motivo, dall’osservazione satellitare odierna, si può ben intuire come le formazioni temporalesche stiano propagandosi con maggior facilità lungo le regioni adriatiche, spinte dalla direttrice delle correnti in quota. L’incudine dei cumulonembi temporaleschi sfonda anche lungo le zone costiere, ma senza apportare precipitazioni.
Le zone maggiormente immuni dall’instabilità restano la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, ma in particolare le Isole Maggiori sono abbracciate da geopotenziali relativamente più alti rispetto al resto d’Italia e questo comporta una significativa inibizione dei moti verticali. Il maggiore soleggiamento si somma ad aria più calda e secca in quota: non a caso, i valori più elevati si registrano ancora una volta in Sardegna, con punte di 37-38 gradi in vicinanza del capoluogo regionale. Si tratta di temperature non accompagnate da afa, mentre invece su altre zone della Penisola l’afa è alle stelle: questo accade su vasti tratti costieri (spicca la Riviera Romagnola) e su gran parte della Val Padana come a Milano, dove la temperatura massima effettiva ha raggiunto i 33 gradi, ma quella realmente percepita è stata di 3-4 gradi superiore.