Stiamo parlando di modelli sperimentali oceanici, che presentano vasti margini di incertezza, tuttavia è anche da sottolineare che gli Oceani hanno tempi lunghi di cambiamento, e sono modellisticamente più stabili rispetto alla nostra ribollente atmosfera.
In altre parole, pur nelle incertezze legate al lungo periodo, le previsioni oceaniche sono molto più affidabili di quelle atmosferiche presentate dai modelli sperimentali stagionali.
Esaminando allora la situazione termica prevista nella zona Nino 3.4, quella che si estende sul Pacifico Occidentale, notiamo la presenza di isoterme più calde della norma di +2,0; +2,5°C tra il Luglio di quest’anno ed il Gennaio del prossimo anno, denotando la presenza di un Nino moderato, se non piuttosto forte (previsioni a cura del modello matematico CFS).
In pratica El Nino, che sta già prendendo piede sui mari equatoriali del Pacifico, si irrobustirebbe con molta rapidità già nel prossimo mese, per perdurare poi inalterato fino almeno ai primi mesi del prossimo anno.
Le Ensamble del GMAO della NASA, che considerano una media di più modelli matematici oceanici, sono abbastanza concordi con il modello del NCEP, prevedendo una rapida risalita termica già nel prossimo mese, e stabile fino almeno a Febbraio 2010.
Tuttavia, prolungando tali previsioni, notiamo la presenza di una oscillazione subitanea verso un nuovo stato di Nina, tanto che tra Febbraio e Maggio le temperature oceaniche del Pacifico perderebbero oltre 3°C.
In pratica, la “forbice” di previsione di questa oscillazione termica, andrebbe da +1°a +3°C oltre la norma per l’episodio di Nino, e tra 0° e -2°C al di sotto della norma per la Nina che arriverebbe nella Primavera 2010.
Dunque una visita piuttosto rapida del Nino, ma che potrebbe “rovinarci” l’Inverno, rendendolo mite in ambito mediterraneo.
Gli ultimi episodi del Nino sono stati decisamente negativi per la nostra Penisola: l’episodio tra il 2002 ed il 2004 è considerato uno dei sospetti responsabili della grande Estate calda del 2003, mentre l’altro episodio di Nino, più debole, intervenuto tra Settembre 2006 e Febbraio 2007, è anch’esso fortemente sospetto per aver provocato un Inverno mitissimo sulla nostra Penisola.
Bisogna dire che eravamo in fase positiva del ciclo dell’AMO, per cui i due fenomeni potevano agire in sinergia.
Adesso l’AMO è entrata in fase negativa, e forse il forte calo delle temperature Nord Atlantiche avvenuto negli ultimi mesi potrebbe agire contrastando gli effetti di riscaldamento indotti dal Nino sul nostro Continente.
In altre parole, nessuno è al momento ancora in grado di prevedere cosa succederà nella prossima stagione invernale!
Per concludere, è probabile che il Nino possa contribuire ad innalzare temporaneamente la temperatura globale dei prossimi mesi, quanto meno dell’Emisfero Meridionale, particolarmente sensibile a questo tipo di evento.