Il presente editoriale, così come altri comparsi in data odierna sul MTG, vuole essere una sorta di analisi a quanto accaduto e quanto ancora sta accadendo alla luce degli ultimi aggiornamenti modellistici. Carte che ieri promettevano freddo e neve su molte delle nostre regioni, mentre oggi, col passare delle ore, relegano le speranze ad alcune regioni del Nord.
In molti si staranno domandando: che è successo? Bene, dare una spiegazione ponderata potrebbe risultare difficile, specie se si considera lo sbilanciamento di tanti, compreso il sottoscritto, a favore di un periodo votato al gran freddo e ripetute occasioni per copiose nevicate in seno all’intera Penisola. Ma la natura è sempre capace di smentire tutti, frantumando quelle convinzioni figlie, talvolta, della presunzione di saper tutto delle dinamiche atmosferiche.
V’è da dire che l’errore, se tal dovesse mostrarsi, non è stato commesso in malafede, tutt’altro. L’osservazione delle carte, specie quelle stratosferiche, portavano a credere che l’intera Europa sarebbe precipitata in un lungo periodo di gelo e neve. Traditi, forse, dall’evento che nel frattempo si consumava sulla Russia Europea ed in progressione verso Ovest, fino alle porte del Mediterraneo.
A dire il vero le certezze non sono mai state troppe, tanto che in ogni editoriale, specie di previsione a lungo termine, non mancava mai l’utilizzo costante del condizionale. E magari non ci siamo domandati a fondo i possibili risvolti di un poderoso riscaldamento stratosferico, limitandoci ai paragoni con situazioni verificatesi in passato e traendo le debite conclusioni.
È vero, in tutto ciò hanno contribuito in modo determinante i modelli di previsione, capaci di disegnare dinamiche bariche inusuali, quasi lo specchio di quanto accadeva ai piani alti dell’atmosfera. Ed invece ecco qui, stiamo commentando una situazione totalmente diversa, che potrebbe determinare addirittura risvolti miti nel weekend venturo, su molte delle nostre regioni.
Non sappiamo se domani ci saranno nuovi ribaltoni, ma siamo certi che la meteorologia, come tutte le scienze, avrà sempre qualcosa da insegnarci. Nel bene e nel male. Non basteranno milioni di dati, calcolatori, sonde, tecnologie avanzate, per ridurre l’errore previsionale all’interno di un range apprezzabile. Perché se fino a ieri pensavamo che alle 72 ore vi potessero essere determinate certezze, oggi ne siamo tutti un po’ meno convinti.