Siamo prossimi al cambio di stagione, il passaggio di testimone tra l’autunno e l’inverno avverrà il 1° dicembre e potrebbe trattarsi di un passaggio di consegne tumultuoso. I modelli matematici di previsione lasciano intendere una ridistribuzione delle strutture bariche su scala emisferica, in particolare notiamo uno spostamento delle vorticità potenziali dal nord Atlantico in direzione dell’Europa settentrionale e della Russia.
Questo quel che potrebbe succedere a livello atmosferico, ma i modelli cosa ne pensano del prossimo inverno? Ovviamente stiamo parlando di proiezioni stagionali e in quanto tali vanno prese assolutamente con le molle. Ciò premesso dobbiamo dirvi che mai come quest’anno c’è una sostanziale concordanza di vedute nel suggerire una stagione invernale per nulla esaltante. Ma andiamo per gradi.
La maggior parte delle proiezioni mostra vorticità negative (aree cicloniche) nel Nord Atlantico e una pressione più alta in Europa e Stati Uniti. Che significa? Semplice, che l’inverno potrebbe presentarsi generalmente più mite. Un altro elemento che depone a favore di tale ipotesi è il seguente: tali proiezioni sono le stesse da settembre, il ché è molto raro. Stiamo parlando del trend trimestrali, sia chiaro (dicembre-gennaio-febbraio) quindi dobbiamo ragionare in termini di schema meteo climatico generale prevalente.
Veniamo all’Europa, quindi anche al Mediterraneo. Il freddo potrebbe comunque presentarsi in varie occasioni, soprattutto se l’alta pressione dovesse puntare a nord ed anche qualora dovesse persistere in loco (in questo caso potrebbe crearsi il cosiddetto freddo da inversione).
Dall’altra parte dell’Atlantico, i modelli concordano su ondate di freddo o addirittura gelo nel nord negli Stati Uniti, nei settori orientali ed anche sul Canada orientale, mentre gli Stati Uniti centro meridionali sembrerebbero avere minori possibilità di clima invernale.
Queste proiezioni non ci dicono che il tempo sarà tale per 3 mesi consecutivi, ma ci danno un’idea su quello che potrebbe essere il modello dominante.
Attenzione però, perché tali proiezioni non tengono conto di quanto sta accadendo in atmosfera. Le dinamiche stratosferiche rappresentano sicuramente un fattore principale e i modelli stagionali non sono generalmente in grado di prevedere gli effetti di tali manovre. Il ché significa che tendono a sottostimare eventuali eventi SSW.
Un riscaldamento stratosferico improvviso può avere un impatto notevole sulla circolazione e può causare importanti cambiamenti nello schema circolatorio dell’interno emisfero boreale. E’ per questo motivo che ultimamente stiamo dando molto peso ai disturbi che stanno coinvolgendo il Vortice Polare, perché proprio da tali disturbi potrebbero dipendere le sorti dell’inverno boreale.