La notizia risale appena a ieri: il NOAA ha emesso le nuove previsioni sull’andamento del prossimo ciclo solare, il cui massimo di attività è stato spostato al Maggio 2013, posticipato di quasi due anni rispetto alle previsioni iniziali, e tale massimo dovrebbe essere il più debole da quello del 1913.
In pratica, da 100 anni il Sole non era stato così debole, dopo un lungo periodo di attività crescente.
Ci si chiede, ovviamente, quali potrebbero essere gli impatti sul clima del nostro Pianeta, di questo fenomeno naturale e ciclico (sappiamo che il Sole, nei Secoli passati, ha attraversato naturalmente periodi di grande attività e periodi di ridotta attività, con cambiamenti percentuali anche della quantità di radiazione).
Sulla rivista “National Geographic”, compare l’illustre parere di un fisico solare, Mike Lockwood, dell’Università di Southampton, il quale è scarsamente possibilista sull’arrivo di un “Global Cooling” in seguito alla ridotta attività della nostra Stella.
Se in passato un calo della radiazione solare ha causato l’arrivo della “Piccola Età Glaciale”, culminata nel Seicento con l’assenza quasi totale di macchie solari, attualmente la presenza della CO2 in concentrazione crescente dovrebbe limitare, o annullare del tutto l’impatto di un evento simile.
Lockwood, per mantenere le prospettive nei loro giusti termini, sostiene che l’aumento della CO2 nell’atmosfera è pari al 50-60%, mentre la diminuzione della radiazione solare è minima, appena dello 0,2-0,4%.
Abbiamo personalmente fatto i conti in un precedente articolo: il surplus radiativo attuale, dovuto alla presenza dell’aumento di concentrazione di CO2 nell’atmosfera, è di circa +2,0 W/mq, mentre il calo attuale della radiazione solare complessiva, tra il Luglio 2003 e l’Aprile di quest’anno, è stato pari ad 1,3 W/mq.
Durante il minimo solare prolungato del Seicento, il cosiddetto “Minimo di Maunder”, la radiazione solare potrebbe essere calata dello 0,3%, cioè di circa 4 W/mq, ben superiore all’attuale surplus radiativo dovuto alla CO2.
Tuttavia, permangono le incertezze riguardo al futuro, in quanto non sappiamo di preciso di quanto aumenterà la concentrazione di CO2 in atmosfera, potrebbe anche raddoppiare entro la fine del Secolo, oppure rimanere su livelli più bassi, e non sappiamo quanto l’attuale minimo solare possa prolungarsi ed a che livello giungere.
Mancando questi due dati, non si possono fare previsioni certe sul futuro, soprattutto perché l’aumento di CO2 nell’atmosfera appare un fatto certo, mentre l’andamento dell’attuale minimo solare è del tutto imprevedibile.
D’altro canto, nello stesso articolo pubblicato dal National Geographic, ci sono accenni anche a modelli sperimentali che mostrerebbero come, se l’attuale minimo dovesse perdurare, ci sarebbero effetti di raffreddamento climatico, con influenze dirette sulle coltivazioni di diverse aree di Europa, Stati Uniti e Siberia.
E’ anche vero che, durante il Minimo di Mauder, non tutte le regioni del globo sono state interessate da un raffreddamento climatico.
Le incertezze aumentano anche considerando che, nel corso dei minimi solari, la luce visibile varia di poco, mentre quella ultravioletta può subire una riduzione anche del 20%.
La radiazione ultravioletta ha un impatto soprattutto sull’alta Atmosfera, ma recenti ricerche dimostrerebbero come, dalla Stratosfera, tali impatti si potrebbero ripercuotere anche sulla circolazione troposferica, interessando direttamente il nostro clima.
Insomma, permangono forti incertezze sull’impatto climatico di questo minimo solare in epoca di crescente Global Warming!
L’articolo può essere visionato all’indirizzo: https://news.nationalgeographic.com/news/2009/05/090504-sun-global-cooling.html