L’Italia è sotto la morsa del gelo!
Questo sarebbe stato il titolo dell’articolo se l’attuale status sinottico fosse sopraggiunto durante il trimestre invernale e, molto probabilmente, la “qualifica gelida” sarebbe stata opportuna anche in Novembre, quando le prime correnti artico-continentali iniziano ad attingere da un discreto serbatoio freddo.
Il motivo? Il ponte di Wejkoff, una struttura anticiclonica che si dispone con asse obliquo da sud-ovest verso nord-est, collocandosi tra il medio Atlantico/Gran Bretagna sin verso l’estremità della penisola scandinava/mare artico.
Attualmente è sufficiente osservare una mappa barica o l’immagine satellitare per accertare questa conformazione meteorologica che incide notevolmente sul tempo europeo e mediterraneo, con influssi rilevanti sulla Penisola.
Abbiamo scritto che in inverno sarebbe giunto il gelo sulla nostra nazione poiché, come rilevato negli ultimi giorni, il posizionamento di un blocco alto-pressorio adagiato sull’Atlantico inibisce le infiltrazioni umide da nord-ovest e scava un canale preferenziale per le correnti da est, che notoriamente sono di estrazioni continentale, ergo molto fredde ed accompagnate da grecale.
I motivi di questa disposizione sono da ricercarsi nell’andamento teleconnettivo che interessa l’Europa ed il resto del mondo, attraverso le fluttuazioni degli index che spesso risultano determinanti per capire le evoluzioni bariche con anticipo.
Il ponte alto-pressorio è così disposto grazie ad un pattern europeo che ha visto la flessione dell’east atlantic, ultimamente sempre positivo; un posizionamento in EA- unito alla presenza di una falla barica ed un getto relegato alle alte latitudini ha permesso la graduale creazione del ponte di Wejkoff.
Il jet stream ha coadiuvato nell’approfondimento della LP (bassa pressione) groenlandese/polare mentre la falla iberica, poi divenuta depressione mediterranea, ha funzionato da magnete per le retrogressioni di gocce fredde atlantiche e orientali; si è così scavato un indotto per incipienti azioni da est mentre l’HP (alta pressione) si è eretta verso nord.
Nei giorni precedenti, inoltre, vi è stata la formazione di un robusto Scandinavian Pattern evolutosi nel passaggio dallo stadio di EA+ a quello di EA-; sappiamo infatti che un east atlantic positivo può portare influssi atlantici al settentrione e sulle tirreniche (quindi sulle aree di nord-ovest) a causa di una forte attività ciclonica atlantica ma, al contempo, vede l’erigersi dell’anticiclone nel Mediterraneo e nella Mittel Europa, sin verso il nord.
Il transito dalla fase positiva a quella negativa ha dato il via ad una ritirata della forzante atlantica (nella sua fase sfavorevole) ed ha permesso l’esecuzione di una serie di LP, mirate a fondare in Mediterraneo un regime ciclonico; è presto detto che mentre accadeva tutto ciò il “bridge” oceanico era già in fieri.
Infine, non da sottovalutare, l’impostazione di altri indici assai lontani, come la MJO, la PDO, etc; mi soffermerei, per non allungare troppo il discorso, sulla MJO (madden julian oscillation) che ha gradualmente innalzato la sua attività magnitudo, sfociando in una decisa fase 4 che, statisticamente, pare confortare le possibilità di un pattern SCAND++; in seguito ha proseguito velocemente il suo iter verso la fase 5 che pare, dalle analisi storiche, assegnare all’Europa un regime anticiclonico atlantico, cosa che è accaduta tramite il ponte di Wejkoff.
Ora l’oscillazione intertropicale subisce una netta flessione dell’attività magnitudo e pare, secondo le rielaborazioni NOAA, finire il suo ciclo temporaneo in fase 5, per poi ripartire poco alacremente verso la fase 6; la tendenza, sia di Ensemble che di GFS, è verso una debole fase 6 e forse una lieve ripresa in fase 7, senza però far presupporre un andamento vivace come sono stati gli stadi 4 e 5.
Visto che ci avviciniamo ad Ottobre è difficile capire l’evoluzione che potrà prendere il tempo meteorologico, mischiandosi più variabili al nostro caso.
Possiamo però stabilire che vi sarà un graduale mutamento, anche se per qualche giorno persisteranno le attuali infiltrazioni orientali con tempo abbastanza buono e fresco sulla Penisola; a metà della settimana potrebbe giungere qualche nuvola in più, specie sulla Sardegna, a causa di un tenue richiamo umido sud-occidentale.
Contemporaneamente verrà minato il ponte alto-pressorio, in sincronismo con una eventuale fase 6 della MJO e la collaborazione di un nuovo pattern EA+/WR+, con l’eventualità di uno schema barico europeo tendenzialmente più votato allo scambio meridiano, salvo poi ripristinare il blocco di tipo ATL, con anticiclone che torna a far visita nel Mediterraneo ed infiltrazioni da nord-ovest sotto il segno di una NAO-/neutra, prevista per altro in flessione in questi giorni.
Una situazione complessivamente ingarbugliata poiché stiamo attraversando una fase di transizione, essendo l’Autunno in pieno fieri e l’estate (intesa come anticicloni) ancora capace di posizionare qualche remora. Infine complica la previsione il vortice polare che pian piano si sta destando dal letargo estivo ma che ancora non è capace di fornire quelle indicazioni sulle ondulazioni delle getto utili per capire l’andamento di talune figure bariche. Sarà capace di un primo affondo serio? Un’incognita da non sottovalutare.
Nel medio-lungo termine (140-200 ore) potrebbe dunque tornare un po’ di spalla anticiclonica, in seguito alla rottura del bridge oceanico, per poi osservare una maggior verticalità degli scambi meridiani.