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Il “nuovo” clima del Mediterraneo

di Fiorentino Marco Lubelli
04 Mag 2005 - 09:34
in Senza categoria
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L'inverno 2003 termino col botto di inizio aprile, un evento che portò la neve fin sulla città di Bari, ben evidenziato dalla mappa con le temperature e i geopotenziali a 500 hPa tratta dall'Archivio di Reanalisi del MeteoGiornale.
Non ci sono più le mezze stagioni…
Con questa frase ricorrente si suole definire, ormai da qualche anno il costante cambiamento del clima sul nostro paese. In questo articolo faremo un po’ un sunto della situazione attuale, cercando di spiegarne le motivazioni.

Analizziamo, in partenza il tempo caratterizzante gli ultimi anni partendo dagli anni ’90. Possiamo dire che in generale gli anni ’90 sono stati più caldi del normale, con inverni particolarmente miti, soprattutto nelle stagioni 90-91/ 94-95/ 97-98 . Possiamo notare in questi anni l’apparire di forti raffreddamenti nella stagione invernale, solamente nelle stagioni 92-93/96-97/98-99, con l’affermarsi di eventi burianici di una certa rilevanza.

La caratteristica principale però di questi anni ’90 fu una scomparsa graduale dell’inverno nel mese di Febbraio, caratterizzato o da alte pressioni subtropicali, o da circolazione zonale, basti pensare agli inverni: 94-95/97-98/98-99/99-00, con un contemporaneo slittamento di eventi nevosi, anche al piano, nel mese di Marzo inoltrato o ad Aprile.

Particolarmente interessanti gli episodi nevosi al piano, nel mese di Aprile nella pianura Padana durante l’anno 1991, nonché il freddo Aprile 1994. Per non parlare degli eventi nevosi fuori stagione sulle regioni meridionali durante il Marzo 1995, il Marzo ’98 e, particolarmente durante il Marzo-Aprile 1997, quando la stagione invernale bruscamente interrottasi dopo l’evento burianico di fine anno 1996 ebbe un vero e proprio rinnovo durante il periodo compreso fra la fine marzo e la metà di Aprile. Possiamo quindi concludere che gli anni ’90 abbiano espresso il delinearsi di una tendenza al vero e proprio cancellamento della primavera mediterranea, verso una primavera molto più, come dire continentale.

Questa linea di tendenza, se è possibile, si è consolidata durante i primi anni del 2000, dove a una stagione invernale inesistente nell’inverno 2000-2001, con un evento nevoso a quote basse sulla Puglia addirittura fra il 15-16 Aprile (neve ad Altamura a 600m slm) sono succedute stagioni invernali pienamente normali, con eventi freddi particolarmente interessanti sia durante gli inverni 2001-2002 (nevicate a più riprese sulle regioni meridionali durante i mesi di Dicembre e Gennaio) che durante gli inverni 2002-2003 e 2004-2005.

Particolarmente interessante la stagione 2002-2003 quando dopo un Dicembre e Gennaio miti l’inverno fece sentire i suoi rigori durante il mese di Febbraio, ma soprattutto avvenne l’episodio più marcatamente anomalo degli ultimi cinquant’anni, con la neve dell’8 Aprile, seguita dall’estate anticipata del primo Maggio, anticipo di una rovente stagione calda.

Per concludere l’analisi della situazione meteorologica degli ultimi quindici anni, e iniziare un’analisi delle possibili cause correlate a questo cambiamento climatico, citiamo le alte pressioni subtropicali, vere dominatrici del tempo nei mesi di interregno fra la stagione fredda e quella calda, capaci, dunque, con i loro movimenti, di portare repentini episodi invernali, o estati anticipate, così come di ritardare la fine del periodo estivo con mesi di Ottobre e Novembre assomiglianti più a mesi estivi che non autunnali, basti pensare all’Ottobre da record del 2001 o all’inizio di Novembre “africano” di quest’anno.

Capire le cause di questa estremizzazione del clima non è facile, ma tracciare qualche ipotesi non è un reato. Il nostro clima, infatti, è dominato dalla presenza del Mar Mediterraneo, mare caldo, che prende il suo calore direttamente dall’Oceano Atlantico; infatti una particolare conformazione geologica all’altezza di Gibilterra, permette il passaggio in Mediterraneo, solo di acque oceaniche aventi una temperatura di circa 15°C impedendo dunque al catino mediterraneo di avere il consueto passaggio termoclino fino a 4°C caratteristico di tutti gli oceani. Ciò dunque permette al Mediterraneo di mitigare i nostri inverni molto più di quanto non siano mitigati dagli oceani. Questo però è anche un pericolo, per il “Mare Nostrum”, in quanto lo espone al processo di tropicalizzazione o peggio evaporazione e salinizzazione aggravato dal continuo flusso di acque molto calde dal Mar Rosso.

Dunque se per qualche motivo il Basso Oceano Atlantico si riscaldasse avremmo un vero e proprio surriscaldamento del Mediterraneo con conseguente sconvolgimento del clima sud-europeo. Senza fare terrorismo, possiamo dire che il rallentamento della Corrente del Golfo visibile anche in questi mesi, con una forte anomalia negativa nelle acque messicane, non solo potrebbe generare un raffreddamento delle acque subartiche, ma potrebbe surriscaldare il Basso Atlantico, con conseguente surriscaldamento del Mediterraneo. Questa è una possibile causa non solo delle reiterate formazioni di alte pressioni subtropicali, generate, appunto dal surriscaldamento del Basso Atlantico e dal rallentamento della zonalità dovuta ad una meno incisiva corrente del Golfo, ma potrebbe essere stata una delle cause delle terribile estate del 2003 quando appunto una anomalia termica nel Golfo del Messico, proprio come oggi fu rilevata durante i mesi di Marzo e di Aprile.

Insomma il rallentamento della Corrente del Golfo non solo apportatrice di freddo ma anche di forti periodi di caldo e aridità nel cuore del mediterraneo? Possibile.

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