All’Istituto di Biometeorologia di Firenze, facente parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBIMET – CNR), si sono studiate le teleconnessioni possibili in ambito mediterraneo che legano le anomalie pluviometriche e termometriche che si possono verificare con quelle di numerosi indici, sia atmosferici che oceanici, in altre zone del Mondo.
Per teleconnessione, si intende il legame di influenza che intercorre tra due fenomeni climatici che si sviluppano in regioni anche molto distanti del Mondo.
Tipico esempio di teleconnessione sono le variazioni delle quantità di precipitazione su molte zone tropicali, sia dell’oceano Pacifico che di quello Atlantico, legate al ciclo “El Nino – La Nina”.
Ma anche il Mediterraneo può subire l’effetto di alcuni fenomeni che avvengono a grande distanza.
La cosa si può osservare studiando gli effetti dell’andamento ciclico di alcuni indici climatici atmosferici, quali il noto NAO (oscillazione Nord Atlantica, la differenza di pressione tra Azzorre e Groenlandia, sottoposta a cicliche variazioni), ed anche di alcuni indici oceanici, quali l’Atlantic Tripole (variazione delle termiche superficiali oceaniche tra 10° e 70°N di latitudine e 0-80°W di latitudine), oltre che all’influenza delle termiche oceaniche presenti nel Golfo di Guinea.
Il modello di previsione sviluppato dall’IBIMET prende in considerazione tutti questi indici e le loro possibili correlazioni con il clima mediterraneo dei mesi successivi, senza “appoggiarsi” al modello globale stagionale CFS come erroneamente indicato in precedenti articoli pubblicati sul Meteogiornale.
Questi indici climatici rivestono grande importanza per il clima mediterraneo dei mesi successivi, per un periodo variabile tra i 2 ed i 4 mesi.
Ad esempio, per le previsioni sul trimestre estivo mediterraneo, vengono considerate le anomalie degli indici climatici, prevalentemente oceanici, del periodo invernale – primaverile precedente.
Per le previsioni dell’Autunno e l’inizio dell’Inverno si considerano invece le anomalie degli indici, sia atmosferici che oceanici, tra Maggio e Agosto.
Come periodo di riferimento per l’elaborazione di tali statistiche viene considerato quello 1979-2005, e vengono emesse successivamente delle mappe che mostrano i valori previsti, di precipitazione, temperature e geopotenziale alla quota di 850hPa.
A questi viene quindi associata anche una probabilità di occorrenza delle anomalie dei campi previsti rispetto alla norma 1971-2000, suddivise in tre classi.
Il risultato è un modello matematico esclusivamente statistico, ma che sembra funzionare egregiamente a livello mediterraneo, con risultati almeno paragonabili a quelli forniti dal modello del NCEP.
Si ringrazia per la collaborazione alla stesura di questo articolo il Dott. Pasqui del CNR, che ci ha fornito le principali indicazioni sul funzionamento di questo modello.