Sappiamo che nel catino padano in inverno si crea, soprattutto dopo irruzioni fredde, un cuscinetto di aria fredda di difficile rimozione, in particolare nella pianura più occidentale, quella più lontana dall’Adriatico; sulla pianura veneta e su quella emiliana (soprattutto da Bologna verso est) invece lo scirocco non incontra barriere montuose quindi, per quanto tenda a scorrere sopra lo strato freddo, pian piano lo rimuove sospingendo l’aria più fredda appunto verso la parte più occidentale, dove l’aria fredda rimane “chiusa all’angolo” nei bassi strati, mentre al di sopra scorre quella più mite e umida. Questo fenomeno causa nevicate copiose nel Basso Piemonte, soprattutto nel cuneese e alessandrino, e nei versanti padani di savonese e genovese, anche in presenza di intense correnti sciroccali, quella “neve senza freddo” che sempre, quando ha luogo, fa discutere animatamente i forum dei meteofili.
Ma che c’entra il Piemonte, direte voi? C’entra eccome! Perché alle spalle di Genova ci sono bassi valichi appenninici (il Passo dei Giovi è a 472 m e il Turchino a 532) e quindi il clima che c’è nell’alessandrino, appunto al di là di questi valichi, influenza anche quello del capoluogo ligure. Discorso analogo per Savona che ha alle spalle il Colle di Cadibona e il cuneese.
Alla base di nevicate su Genova c’è quasi sempre una “Genova low”, la classica depressione sul Golfo di Genova. Ora pensate di avere il minimo depressionario al suolo in mare aperto giusto a sud di Genova e quindi a ovest di Pisa; in una situazione del genere il fronte caldo, sospinto dal vento sud-occidentale in quota, si avventa contro la costa toscana. I venti ruotano intorno alla depressione e quindi sono da S/SE sulla Toscana, da SE sulla pianura emiliana, mentre al seguito del fronte freddo ci sarà il mistral nella Valle del Rodano e/o il nordovest in uscita dalla porta di Carcassonne. Ma quel SE sulla pianura emiliana cosa pensate che diventi quando risale le basse vallate alle spalle di Genova e si tuffa verso il Mar Ligure, richiamato dal minimo depressionario? Diventa “tramontana scura” e, se il cuscinetto padano è particolarmente freddo, ecco la neve a Genova e gli 8°/9° con pioggia a Pisa e in Versilia, ma anche, per rimanere in Liguria, dall’estrema periferia di Levante di Genova fino alla Spezia.
E nel frattempo in quota come stanno le cose? Il minimo in quota è in genere più occidentale rispetto a quello al suolo, quindi sul Golfo di Genova i venti in quota sono da SW. L’abitante di Genova vede così le nubi avanzare dal mare, ma al suolo arriva la tramontana e con essa il freddo della Val Padana, e il “miracolo” è compiuto.
Il meccanismo di genesi della tramontana scura è ulteriormente favorito dalla presenza di aria molto fredda nella parte di pianura immediatamente a nord dell’Appennino genovese (e savonese). L’aria fredda è pesante, ristagna nei bassi strati e la pressione al suolo è più alta, così si incrementa il dislivello barico tra pianura piemontese e Golfo di Genova. L’aria si comporta come l’acqua a monte di una diga: quando la pressione la spinge verso la diga (in questo parallelismo la diga sono i monti liguri), se si apre un canale di deflusso (i bassi valichi alle spalle di Genova e Savona) il fluido, trovando uno sbocco, vi s’incanala, tracimando poi a valle con grande veemenza (la tramontana scura).
In realtà siamo partiti dalla seconda fase perché spesso c’è un primo momento, in cui il minimo è in formazione, in cui il dislivello barico non è ancora sufficiente a richiamare l’aria fredda dal catino padano; in questa fase anche a Genova fa ancora caldo e piove; quando il minimo si approfondisce e comincia a spostarsi a est allora avviene quanto descritto sopra. Spesso le nevicate su Genova seguono alle piogge con cali termici sensibili, di 5-6°C (ma a volte anche di 8°C) in 2-3 ore, quando si innesca il processo che porta alla Tramontana scura.
Parliamo di “nevicate su Genova”, ma dovremmo sempre specificare su quale parte della città. Genova ha una morfologia molto complessa, alcuni quartieri collinari arrivano ai 400 metri, le valli del Polcevera e del Bisagno, come quelle minori alle spalle di Voltri e di Sturla, ovviamente sono battute dalla tramontana con maggiore violenza e di conseguenza in esse la quota neve è spesso più bassa che per esempio nei quartieri centrali. La possibilità che le neve giunga fino al livello del mare naturalmente non dipende solo dal fatto che si attivi la tramontana scura ma anche dalla configurazione su larga scala e da quanto è fredda l’aria che viene “pescata” dal catino padano.
Un esempio di attivazione di tramontana scura, ma con neve che a Genova non è scesa fino in centro città, essendo troppo mite il “contorno”, è quello del 24 gennaio 2002: alle 7 del mattino a Genova c’erano 13°C con pioggia e vento da E/SE, alle 14 erano diventati 5°C, il vento era girato da N/NE e nevicava sui colli della città alta, in serata ancora pioggia in città, con neve sui colli, con 4°/5°C e raffiche di tramontana fino a 56 km/h. A Pisa invece ci sono stati fra 10° e 11°C fino alle 20, con pioggia continua. La fenomenologia si è ripetuta in termini simili il 6 febbraio dello stesso anno, con Genova scesa dai 12° del mattino ai 5°C del primo pomeriggio; in entrambi i casi vi sono state copiose nevicate nell’alessandrino, nelle valli padane dell’entroterra genovese, e fin sulle colline alle spalle della città.
Nella sera del 6 e per tutto il 7 gennaio 2009, Genova ha vissuto una splendida nevicata accompagnata da tramontana scura, con temperatura tra 0° e 3°C. La neve questa volta è scesa fino in città, grazie alle isoterme a 850 hpa più basse rispetto agli esempi del 2002. Ma una -3°C a 850 hpa (1400 metri), come c’era su Genova quel giorno, senza la tramontana scura e senza l’omotermia che è tipica di conche e valli, avrebbe portato la neve al massimo a quota 700/800 metri, forse 600 in caso di forti rovesci.
Quando la depressione trasla a est allora arriva la neve anche sulla Riviera di Levante e sulla costa toscana? Neanche per sogno e questo per due motivi. Intanto l’Appennino Ligure di Levante e quello Tosco-Emiliano hanno valichi ben più alti di quelli dietro a Genova (ma già Genova-Nervi, protetta dal più alto Monte Moro, non ha la tramontana scura e talvolta il centro città è bianco di neve e sui monti Fasce e Moro piove fino a 6-700 metri) e quindi l’aria umida che risale l’Appennino condensa gran parte della sua umidità e scende poi molto più secca e con minore veemenza sul versante marittimo, inoltre già in partenza essa è più calda perché lo scirocco riesce a rimuovere il cuscino freddo sulla pianura emiliana in modo ben più efficace e rapido che nel basso Piemonte.
Il meccanismo della tramontana scura funziona invece talvolta in Alta Val di Vara e in Lunigiana, con l’aria fredda “pescata” nel parmense che trabocca attraverso il Cento Croci, la Cisa e il Brattello (nonostante siano sui 1000 metri). A Pontremoli può così nevicare con vento freddo al suolo da nord o nordovest, mentre in quota scorrono correnti da ovest-sudovest umide e relativamente miti. Fra le più recenti e abbondanti nevicate da tramontana scura a Pontremoli ricordiamo quelle del 29-30 gennaio 1986, 31 dicembre 1996, 17 dicembre 1997, 17 gennaio 2001, 3 marzo 2005, 26-27 gennaio 2006, 3 gennaio 2008 e naturalmente 6-7 gennaio 2009.
In effetti nella fase di coda della perturbazione anche su Levante Ligure e Toscana c’è un calo termico consistente, ma non sufficiente a far nevicare, anche perché arriva appena prima che cessino i fenomeni.
L’allontanamento del minimo verso est causa invece l’attenuazione della tramontana su Genova, con rialzo termico quasi immediato (che può avvenire anche nel corso della notte), mentre l’apertura del cielo e il conseguente maggiore irraggiamento fanno scendere le temperature sul Levante Ligure e l’Alta Toscana. Per questo motivo Genova vede spesso le minime assolute invernali in concomitanza con intensi eventi nevosi provocati dalla tramontana scura, mentre città come La Spezia o Pisa, pur molto meno nevose, hanno spesso minime notturne inferiori, anche notevolmente, a quelle di Genova.
Quando la tramontana scura è accompagnata anche da nuclei molto freddi in quota, o la depressione che l’accompagna giunge dopo una consistente irruzione fredda artica o continentale, ecco che su Genova possono scatenarsi tempeste di neve degne di una città “nordica”. E’ il caso, limitandoci agli eventi più recenti, del 3 marzo 2005 e del 26/27 gennaio 2006, quando su Genova caddero circa 30 cm di neve (ma ogni decennio ci sono in media due o tre eventi di questo tipo). In questi casi la neve, seppur con minor abbondanza, ha raggiunto anche zone della Riviera, come quelle del Ponente ad ovest di Savona e fino ad Imperia, o lo stesso quartiere di Nervi a Genova, non soggette, o pochissimo soggette, al fenomeno della tramontana scura.
E’ noto comunque che tutto il versante occidentale italiano è molto protetto dalle nevicate, quindi non sono Pisa, Imperia o La Spezia l’eccezione, bensì le stesse Genova e Savona, che a dispetto del clima complessivamente mite sono vicinissime alla Pianura Padana, anzi al settore più freddo della stessa.