Abbiamo l’impressione da comuni cittadini che il clima e quindi il meteo osservato sia impazzito, che si sia rotto un equilibrio, che qualcosa abbia modificato il clima perché da troppo tempo stiamo osservando anomalie climatiche esagerate.
Viviamo inverni che non sono inverni, autunni senza pioggia, primavere con improvvisi ritorni d’inverno o anticipi d’estate, e poi l’estate 2017, annunciata calda, ma tante altre erano state annunciate di ugual calura, che si sta rivelando follemente calda.
Le previsioni stagionali non hanno ancora ad oggi raggiunto una affidabilità tale da poter essere considerate utili per affrontare il futuro. Spesso diciamo che sono il frutto della scienza e questo va rispettato, ma sottolineiamo sempre che la loro affidabilità è bassa.
Ma allora come è possibile pretendere credibilità nella previsione del clima che farà nei prossimi anni, quando abbiamo difficoltà a definire l’intensità della prossima ondata di calore? Ok, sappiamo che sarà intensa, ma non siamo in grado di conoscere le temperature estreme che ci saranno, neppure in anticipo di una settimana.
La scienza ci dice che nei prossimi anni avremo sempre più caldo, eppure la medesima scienza non è ancora sufficientemente in grado di sostenere previsioni affidabili oltre il settimo giorno senonché tracciare linee di tendenza, che comunque sino a 15 giorni hanno un’affidabilità mediamente discreta, ma a volte molto scarsa.
Le previsioni a 15 giorni sono proiezioni climatiche. La differenza con le previsioni meteo sta nel fatto che non hanno una risoluzione tale da definire con alta precisione, che tempo farà giorno per giorno essendo soggette a continui aggiustamenti, perché le precedenti previsioni avevano degli errori.
Ma torniamo al concetto espresso in precedenza: il clima è davvero impazzito?
Forse sì, forse no. Probabilmente ci sono i cambiamenti climatici derivanti da un mix di fattori: attività umane, lo dice la scienza; fluttuazione del clima, di questo la scienza sempre meno ne parla. Come mai?
Si tende a esasperare ogni tematica sul Global Warming, tutto ciò che sono cambiamenti climatici derivanti dalle attività umane. Forse perché questo fa notizia.
Le attività umane è scientificamente provato che stanno influenzando il clima. Che possiamo fare di altro se non credere alla scienza?
Tuttavia manifestiamo il nostro disaccordo per il fatto che non si parla più di normali fluttuazioni del clima, ovvero dei cambiamenti climatici naturali che sempre nel passato ci sono stati, che ci saranno anche nel futuro.
Tali cambiamenti climatici potrebbero anche attenuare gli effetti prodotti dalle attività umane, oppure potrebbero incrementarli. La scienza questo non ce lo dice, oppure non ce lo vuole dire.
Ci sono centinaia e centinaia di pubblicazioni che parlano di cambiamenti climatici prodotti dalle attività umane, eppure in tempi non sospetti i cambiamenti climatici sono venuti per fluttuazione naturale del clima.
Si parla molto di El Niño e di La Niña, sempre poco della Corrente del Golfo che secondo recenti studi avrebbe un impatto sul clima europeo limitatissimo. Quindi, se ciò fosse vero, tutti i libri che trattano l’argomento, compresi quelli scolastici attualmente utilizzati, sarebbero da revisionare.
Si ha l’impressione che delle situazioni reali che alterano il nostro clima si conosce molto poco. Forse questa è una debolezza della scienza e si preferisce tacere.
Ogni volta che il clima appare pazzo con condizioni meteo estreme evochiamo i cambiamenti climatici. Nessuno qui nega che ci siano cambiamenti climatici in qualche modo riconducibili anche alle attività umane, ma ci sono anche condizioni naturali che si combinano con quelle del Global Warming amplificando o riducendo le anomalie climatiche.
L’estate 2017 sarà appena ricordata come quella delle ondate di calore. Si parlerà poco nel futuro di questa estate, perché non ha prodotto caldo estremo laddove c’è una particolare attenzione per meteorologia e climatologia come la Germania, la Francia e le Isole Britanniche, da dove vengono distribuite le maggiori risorse scientifiche sugli studi del clima.
Ma anche in Italia abbiamo importanti e autorevoli Centri di Ricerca, ma stranamente sono ignoti alla stragrande maggioranza dei mass media.
Insomma, questa estate, caldissima per noi italiani, potrebbe rischiare di passare in sordina.