E’ nostra consuetudine, in questo periodo, osservare con molta attenzione le proiezioni meteo climatiche stagionali e cercare di raffrontarle con l’esito delle analisi su alcuni pattern climatici predittivi.
Il focus è incentrato sul Vortice Polare, sia sulla porzione stratosferica che su quella troposferica. In un articolo ad hoc d’inizio ottobre ci occuppammo dettagliatamente del Vortice, descrivendone genesi, sviluppo e dinamiche a suo carico. Evidenziammo l’imprescindibilità di tale struttura nell’esito della stagione invernale e conseguentemente nel risultato delle autorevoli proiezioni stagionali.
Ottobre è il mese che porta al progressivo sviluppo del Vortice e mai come quest’anno ha dovuto affrontare non poche difficoltà sin dagli albori. Difficoltà riconducibili alle dinamiche troposferiche, laddove elementi quali l’orografia piuttosto che il sistema aria-oceani determinano certamente una maggiore perturbabilità. Per capirci, nonostante il raffreddamento stratosferico sia in corso il condizionamento verso il basso sta incontrando difficoltà assurde. La troposfera sta andando per conto suo e sembra avere tutta l’intenzione di provare a ribattere colpo su colpo.
Da qui a metà mese potremmo assistere a propagazioni di flussi di calore in direzione della stratosfera. Per non complicare troppo le cose possiamo dirvi che l’Alta Pressione del Pacifico e in misura inferiore l’Alta delle Azzorre potrebbero spingersi in direzione del Circolo Polare Artico e conseguentemente determinare un innalzamento delle temperature che a quel punto potrebbe propagarsi in stratosfera. Potrete intuire voi stessi che una struttura ciclonica gelida come il Vortice Polare non va molto d’accordo col caldo.
Diciamo che il mese di novembre, come previsto a suo tempo, potrebbe presentarci condizioni meteo estremamente perturbate. Ed è ciò che si evince dai modelli matematici di previsione, almeno sino a metà mese. Diciamo pure che la reazione del Vortice Polare stratosferico sarà fondamentale per le sorti invernali. Due le soluzioni: la prima, non riuscirà ad opporsi come si deve ai disturbi troposferici andando incontro a debolezza cronica. La seconda, potrebbe respingere al mittente i disturbi, incattivendosi.
Quest’ultima ipotesi potrebbe condurci verso un inverno all’insegna dell’anonimato, almeno sino a febbraio. La seconda, ben più interessante, lascerebbe spazio ad una stagione invernale estremamente dinamica e perturbata (con svariate ondate di freddo).
Si sta giocando una partita importantissima ed è per questo motivo che vi invitiamo a seguire i costanti aggiornamenti che andremo a proporvi.