Chi pensa abitualmente al Mediterraneo vede in esso la fotografia di giornate miti e soleggiate. Del mare e delle piagge assolate. Della tranquillità e della pace naturale. Ma a ben guardare, non è da sottovalutare quel che può portare una depressione alimentata dalle sue calde acque. Non si può parlare di uragani o quant’altro, tuttavia i giorni che stiamo vivendo testimoniano come la realtà possa essere molto diversa da quel che si pensa.
E per capire effettivamente quanto possa essere difficile ritenere tali zone esenti da fenomeni di rilevante portata, basta osservare quel che è accaduto e sta accadendo in Sardegna. Come riportano fonti ufficiali (dalle quali ancora si attendono ulteriori conferme), pare che in molte zone colpite dall’alluvione sia caduta una quantità d’acqua superiore ai 500 mm che, sommati alle precipitazioni che si stanno verificando e si verificheranno, potranno far raggiungere dei valori mensili non distanti da quelli che si registrano normalmente nelle zone più piovose d’Italia.
Testimonianze di chi ha vissuto anni passati narrano di eventi che spesso assumevano proporzioni assai rilevanti. Precipitazioni che frequentemente favorivano l’esondazione di fiumi e torrenti secchi per metà dell’anno solare. Ma più impressione fanno i dati riportati da altre fonti, dove torna alla memoria l’indimenticato ottobre del 1951. Tragicamente ricordato per la tremenda alluvione che spazzò via alcuni paesi dell’Ogliastra e tra i quali il più conosciuto è certamente Gairo.
Per dare un’idea di quanto possano essere tremende le precipitazioni apportate da depressioni afro-mediterranee, riporto alcuni dati tratti dal testo dell’Arrigoni dal titolo “fitoclimatologia della Sardegna”. Secondo i dati rilevati su 222 stazioni pluviometriche sparse nella regione, nel solo mese di ottobre 1951 si registrarono i seguenti valori:- Dorgali (mm 1361);- Giustizzieri (mm 1462);- Genna Scalas (mm 1587);- Arzana (mm 1509);- Sicca d’Erba (mm 1796)- Pira de Onni (1547)
Tali valori (certamente impressionanti) rendono l’idea dell’eccezionale piovosità mensile che si ebbe durante il mese di ottobre di quell’anno. Le precipitazioni si concentrarono particolarmente nella Sardegna centro orientale, più o meno nelle stesse zone interessate dalle abbondanti precipitazioni di questi giorni. Il problema derivò dalla naturale conformazione territoriale (nonché idrografica) certamente non abituata a dover smaltire tale quantità d’acqua.
Questo breve reportage è stato scritto con l’intento di fornire un’idea migliore di quella che può essere la reale natura di certe configurazioni bariche. Esistendo dati storici documentanti situazioni paragonabili a quella che si è verificata sarebbe magari più semplice poter perlomeno prevedere possibili situazioni di pericolo. Ma forse spesso ci si ricorda delle nostre zone del sud peninsulare allorquando si parla di mare e di vacanze estive.