Vari mesi prima si era verificata una folle fase di Nino che aveva fatto impazzire il clima di mezzo Mondo (uragani, alluvioni, caldo estremo, siccità). Al largo dell’Ecuador la temperatura superficiale dell’Oceano Pacifico salì di 5 gradi, ed anche il livello marino si innalzò di 30 centimetri.
Tra le varie follie climatiche prodotte dal Nino potrebbe rientrare l’assurda ondata di calore che dall’Africa si portò sull’Italia, in special modo quella centrale, meridionale e le sue isole maggiori.
A partire dal 20 luglio la temperatura salì sopra i 43 gradi su quasi tutta la Sardegna, e rimase su questi livelli per circa 2 settimane, con punte di 47 gradi (ed oltre) di giorno e 35 di notte. Il caldo facilitò l’innesco di immensi roghi che per giorni attraversarono la regione.
La lingua calda del Ghibli si estese subito rapida verso il resto d’Italia, assumendo caratteristiche di eccezionalità, ed abbattendo diversi record nell’Italia centrale. A Firenze Peretola si raggiunse la soglia di 42,6°C. Si superarono i 40°C a Roma e diffusamente in tutte le pianure del Centro e Sud Italia.
Alla fine del mese il caldo si estese sino al Nord Italia, con eccezionali picchi nelle Venezie.
L’ondata di caldo del luglio 1983 è annotata negli annali di climatologia come una delle maggiori mai registrate in Italia.
Il caldo e la siccità innescarono numerosi incendi. Da allora, dopo un’Estate tragica per i nostri boschi, in Italia furono organizzate sempre più efficaci campagne antincendio.